Il grande Andy si ripresenta al pubblico con un album strumentale a dir poco incredibile, il primo della sua carriera che può finalmente godere di una distribuzione a livello mondiale, dopo aver raccolto ampi consensi in Europa ed in Giappone. Andy non è di certo uno sconosciuto nella scena musicale vista la sua passata militanza nei rockers “Danger Danger” e dai numerosi riconoscimenti ricevuti in una carriera che dura da oltre dieci anni.
Il Cd in questione contiene una raccolta rimasterizzata di due suoi precedenti album, “Ear X-Tacy” (1994) e “Ear X-Tacy 2” (1997), con l’aggiunta di cinque nuovi pezzi inediti. Il suo stile è molto vario, dal blues all’heavy-rock con molte influenze del sound di Joe Satriani, con il quale ha suonato in occasione del G3 a Dallas insieme ovviamente a Steve Vai (proprietario della Favored Nation).
Dall’album “Ear X-Tacy” ha estratto ben sette pezzi: il primo è “Turn Away”, sorretto da un massiccio riff e accompagnato da eccezionali melodie, forse il pezzo più “Satrianesco” dell’album, in cui Andy mostra le sue grandi doti di tecnica e pulizia sia nel picking che nei legati. Il secondo è la bluesy “I Remeber Stevie”, ovviamente dedicata al grande scomparso Stevie Ray Vaughn, in cui si nota tutta la sua versatilità e il suo feeling con la sei corde che rimane sempre inalterato qualunque sia il genere che suona.
Segue la melodica ballad “Cry For You”, uno dei miei pezzi favoriti dell’album, ricco di ricercata melodia e suonata senza mai esagerare nella velocità nell’esecuzione delle scale. “Farmer Sez” è una divertentissima e velocissima country song, di quelle alla Far West per intenderci. Si ritorna ai sentimenti con “Electric Gypsy”, lenta e molto melodica, e poi si passa alla vivacità blues/rock di “It’s Getting Better” che, sebbene ben suonata, risulta forse il pezzo meno riuscito del cd.
L’ultimo pezzo di “Ear X-Tacy” è “Carpe Diem”, semplicemente fantastico, basato su un semplice riff hard-rock dove il guitar-axe si scatena in un interminabile solo che sottolinea pesantemente tutta la sua incredibile tecnica virtuosistica.
Da “Ear X-Tacy 2” vengono presi solo quattro pezzi: la dinamica title track dove Andy suona senza freni, mostrandoci tutta la sua arte, dalla plettrata alternata agli arpeggi, dal legato all’uso della whammy bar, tecniche riprese nella veloce “Groove Or Die”, dove ci allieta con un uso magistrale dello sweep, una vera chicca per gli amanti degli “shredder”. Si rallentano i ritmi nella traccia “A Night To remeber”,in cui ritorna la melodia atmosferica, e in “Slips Away”, dedicata a George Harrison (ma è un pezzo del 1997, ed Harrison era ancora vivo!), unica traccia acustica e cantata dallo stesso Andy, che richiama fortemente il sound dei Beatles.
Gli inediti sono ben cinque (inclusa la bonus track live “Donna Lee” di Charlie Parker Jr. a mio avviso trascurabile): si inizia con “Super ’70s”, con una grande base hard-rock e una ottima melodia, sia nelle parti veloci che in quelle superlente che rendono la canzone molto varia. Seguono “Pink Champagne Sparkle”, col suo inizio blues e il finale molto potente, “Falling Down”, molto lenta e d’atmosfera blues, e la straordinaria “Beautiful Strange”.
Avrete notato quante volte avrò ripetuto gli aggettivi “fantastico”, “straordinario” ma, credetemi, è davvero così: questo album non deve mancare a chiunque segua con interesse il genere perchè copre molti stili chitarristici e presenta buone soluzioni sia a livello compositivo che solistico. Che dire: fatevi di “X-tacy” anche voi!!!