Alcuni gruppi godono di una fama non esagerata ma che negli anni hanno continuato a incidere album su album grazie ad uno zoccolo duro di fedelissimi fan. I Running Wild sono uno di questi gruppi: né anonimi né particolarmente famosi.
Quest’anno ricade il ventennale della band tedesca e la Noise Reords ha proposto all’eccentrico frontman Rock’n’Rolf di pubblicare una raccolta antologica dei loro migliori pezzi della loro carriera.
Essendo una raccolta antologica bisogna fare attenzione a non tralasciare nessun album e quindi, inevitabilmente, si è finiti per pubblicare un doppio CD in cui hanno trovato anche posto alcune rivisitazioni di vecchi pezzi, “Branded & Exiled” e “Mordor” risuonate dall’attuale formazione, e due nuove canzoni, l’iniziale “Prowling Werewolf”, che però data la produzione e il sound, nuova non si direbbe quanto più una vecchia canzone mai apparsa su nessun album dei primi anni di vita del gruppo (insomma uno scarto ma che farà comunque la gioia dei fan più incalliti), e “Apolcalyptic Horsemen”.
Questa antologia non ha grosse pretese, non c’è praticamente nulla di nuovo, ma serve ai fan per accrescere la loro collezione con le chicche dei brani “nuovi” e il rifacimento dei vecchi e ai nuovi ascoltatori per presentare un gruppo che, nonostante non sia fondamentale nella storia del metal, ha saputo regalare dei grandissimi album ed è sempre rimasto fedele a se stesso non curandosi delle (numerose) mode che ci sono state negli ultimi venti anni.
Devo dire che non sono quasi mai favorevole alle raccolte ma in questo caso, che ha un certo senso, oltre quello più prettamente commerciale, mi vede ben disposto.
In questo doppio CD trovano quindi spazio moltissimi grandi classici della band teutonica tra i quali le intramontabili “Under Jolly Roger” e “Port Royal” passando per “Blazon Stone”, “Little Big Horne” e arrivando infine agli ultimi lavori con “Welcome To Hell” e “The Brothehood”.
Trovo ottimale l’impostazione di partire dagli esordi, del primo CD, per arrivare agli ultimi anni, del secondo CD, in modo da far risaltare l'”evoluzione” artistica del gruppo. Un sound acerbo nella prima fase, motivato anche dalla produzione non troppo limpida degli anni ottanta, per poi arrivare a quel suono pulito e fin troppo perfettino di questi ultimi anni.
In particolare quindi è anche un utile “strumento” per osservare l’evolversi delle registrazioni e le produzioni negli anni.
Quindi una bella raccolta che, ripeto, non è fondamentale ma ha una sua utilità. E poi fa sempre riascoltare e cantare a squarciagola “andar giollii rogeeeeerrrr”. Fortemente consigliato allo zoccolo duro, in particolare i collezionisti, del gruppo e a chi ancora non lo conosce… Poi però andare a comprare i loro album!
E la storia continua…

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