Quando ricevo questa demo e inserisco il cd nello stereo, la prima cosa che mi viene in mente è: “Perchè mi arrivano ancora queste cose? L’ennesima band tutta grinta e zero contenuti….” non potevo tuttavia immaginare che in realtà mi sbagliavo alla grande, perchè i contenuti ci sono eccome! Non sono solita a scrivere lunghe recensioni soprattutto sulle band emergenti che mi richiedono un giudizio sul loro lavoro, ma su questi ragazzi ci sono un bel pò di cose da dire.
Gli ATOMIC BLAST arrivano sul mercato delle band emergenti come una vera e propria esplosione atomica, perfettamente in tema con il nome della band stessa. Una realtà di una piccola provincia bolognese nata qualche anno fa e dopo diversi cambi di line-up, il progetto riesce a prendere forma e a modellarsi in maniera perfetta tra gli elementi e il genere che andranno poi a comporre, grazie soprattutto alla vocalità estremamente particolare di Francesco Vogli, grezza e pulita allo stesso tempo e grazie anche all’esperienza tecnica del batterista Tobia Caradonna. La demo in questione è “Noise Of Revolution” incisa nel gennaio 2013 ed è stata prodotta dalla Spider Rock Promotion e contiene cinque tracce di grandissimo impatto. Gradevolissimo l’intro in “As in the ocean” realizzato in acustica e diversi effetti che comunque non annoiano, d’altronde il primo brano è solo una parentesi che apre poi l’intero lavoro, legandosi immediatamente alla seconda traccia “Revenge again!” che ricorda vagamente i tempi della risoluta Rednek dei Lamb Of God. Nota di merito, ma tanto tanto merito, per il batterista, Tobia Caradonna che è senza dubbio un elemento essenziale per gli Atomic. Con il terzo brano “Suppressed Anger” pare esegua una sorta di “danza” ritmica e ricca di colpi di scena, che aderiscono in modo magistrale con l’insieme compositivo dei chitarristi, entrambi pazzeschi, indi per cui non da meno lo è il bassista Mattia Emiliani, che sembra aver costruito una perfetta collisione musicale fondendosi con gli altri musicisti. “Silence” è un altro brano interessante, la quarta traccia, per definizione il brano diversamente abile, ovvero pezzo che unisce tutte le canzoni dell’album in un’unica esecuzione. Quattro minuti e diciannove secondi di pura energia trascinante, una carica brillante ricca di gradevoli intermezzi e giochi musicali tra batterista e chitarrista , che si sposano perfettamente con la voce completamente ribaltata di Francesco che in questo brano pare essere più cattivo e arrabbiato del solito. Una melodia mai sentita prima e la sperimentazione tecnica eseguita in maniera magistrale e ben congeniata degli intermezzi è un ottimo pretesto per “giocare” sulle nuove modalità di produrre suoni diversi dai soliti. L’album si chiude con una quinta e ultima traccia che prende il nome omonimo del disco “Noise Of Revolution”. Francesco si ammorbidisce, anche se rimane comunque fermo sulla carica emotiva, riuscendo ad essere leggermente melodico. Gradevoli sono i riff iniziali e a metà canzone e con sorpresa il cambio di tonalità subito dopo il quarto minuto, ribalta tutta la situazione, dell’intero album, concludendosi con alcune battute di chitarra, basso e batteria, super pesanti ma senza esagerare troppo, giusto per chiudere in perfetto stile Pantera e Lamb Of God, tenendosi comunque sulla propria sperimentazione.
Gli ATOMIC BLAST restano un gruppo da non sottovalutare e da tenere parecchio sott’occhio, sia per la grande capacità tecnica degli elementi stessi, sia per il coinvolgimento emotivo dei contenuti che compongono questo album. In conclusione ciò che mi ha impressionato di questi ragazzi, è una spiccata capacità di mischiare anche elementi di funky insieme al metal con fantasia estrema, riuscendo non solo a farmi piacere un album di cui inizialmente ero molto scettica, ma anche a farmi divertire allo stesso tempo, con la consapevolezza di trovarmi davanti ad una band colorata e giovane e perché no anche di bei ragazzi.