Avete mai pensato che nel metal emergente, potessero esistere personaggi degni di portare delle sonorità a livello alto, tecnico, ottimale che unisce un po’ tutte le schiere dei generi dettati dal metal? Ebbene tutto questo esiste. Esiste eccome. Quando si è sempre cercato invano, nei corridoi tortuosi e sistematici del metal underground, capita di trovarsi di fronte a risultati che destano curiosità, stupore e immancabilmente ci si chiede, perché band come queste non si alzino in volo verso un mainstream più commerciale e di larghe vedute.

E’ il caso dei THE BURNING DOGMA. Band nata a Bologna nel lontano 2006. Sono passati ben dodici anni da quando i signori qui presenti, hanno cambiato, trasformato, modellato la loro attitudine al black death metal melodico, sperimentando, studiandosi persino tra di loro e quindi cambiando diverse volte line up, e gavettando a ritmi serrati nel buio più assoluto dei locali, fin quando la luce non riemerse in loro facendogli creare il primo EP ufficiale, denominato  “Cold Shade Burning” che gli ha fatti volare dritti dritti all’Emergenza Festival 2012 conquistando la semifinale.

COLD SHADE BURNING è un ep dunque, contenente cinque brani e registrato presso i Soporoco Studio e masterizzato poi presso i Regrexion Studios. Da primo ascolto si intuisce lo stile sperimentativo dei Type O’Negative mescolato con le sonorità black e glaciali Moonsorrowniane, con un pizzico del prog firmato Tool soprattutto sugli elementi della tastiera e una notevole spinta heavy anni ’80. Inutile dirlo. Cremonini resta uno dei migliori chitarristi emergenti mai sentiti fin ora. Un virtuoso, poliedrico, ricamatore e fantasioso. Prestante al gioco d’iniziativa sullo spirito dell’improvvisazione più estrema. Lo si può chiaramente sentire nel terzo brano dell’ep, “Her Body Cold” dove si lascia andare in veri e propri assoli, in formato speed heavy  trascinandosi in ritmi talvolta lenti, talvolta veloci, le sue dita vanno come un treno ad alta velocità sul manico della sua chitarra come se non ci fosse un domani in perfetta simbiosi con il secondo e altrettanto pazzesco chitarrista. Buono l’aspetto vocale del cantante e nel suo pathos, garantisce comunque una buona esecuzione del lavoro rendendolo ancora più corposo, carico e intenso quanto basta.  Apprezzabilissimo l’intro con la tastiera in “The Fourth Shade”. Forse il pezzo più melodico in assoluto dell’intero ep, che viene suonato come se si raccontasse una storia epica, una battaglia tra elementi fantastici in preda alla rabbia più estrema, poiché lo stesso cantante cambia anche le tonalità di growl e si prosegue a ritmo sostenuto, carico e granitico fino alla fine dell’ep. Ultimo brano “The Burning Town”, totalmente strumentale, chiude il concept Burning insieme alla prima traccia che apre l’Ep vale a dire, “Dark Horizon Approching” ovvero L’approccio dell’orizzonte oscuro, stabilendo quindi la fine della ricerca di un significato molto più profondo sull’esistenza umana e spirituale, ritrovando la propria città e la propria base di vita, e in questa traccia ci si ritrova immediatamente nel pianeta sperimentativo dei Tool, anche se il prodotto finale è totalmente firmato THE BURNING DOGMA. Brano in cui bassista e batterista vanno finalmente a braccetto con il tastierista, grazie alle sonorità cupe, distorte e il metronomo tenuto in sottofondo molto basso serve solo a bilanciare gli effetti della chitarra e della tastiera, creando un gioco che ha molto del viaggio interstellare e del futuristico.

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