Vancouver, Canada. I Metallica, in pieno tour, stanno per andare in scena, e uno dei loro roadie, il giovanissimo Trip, bizzarro cocktail tra Di Caprio di The Beach e Macaulay Culkin di Sex & Breakfast, gira per i camerini per vedere se qualcuno ha bisogno dei suoi servigi. La frenesia pre-concerto, un sacco e mezzo di tecnici in giro, Robert Trujillo in versione Machete che strimpella in una saletta sderenando i muri per le frequenze del basso, ed eccoci sul fantasmagorico palco dello show! Scenografie, luci ed effetti speciali al di là del bene e del male. Più di mille i metri quadri su cui si muove la band, su pavimentazioni illuminate da luci sottostanti e proiezioni di immagini e video. Ragazzi, ancora qualche minuto e mi sarei convinta di essere a un concerto vero e proprio! Lars che picchia come se non ci fosse un domani, Hetfield che catalizza la moltitudine, Machete che pulisce il pavimento con il jack del suo basso, ma quando Kirk Hammett sembra addirittura suonare la chitarra, mi rendo conto di essere solo al cinema. Dal nulla, durante il concerto, arriva Mackenzie Gray nella parte del tour manager, che piazza in mano a Trip una tanica da benza vuota, dicendogli che deve andare immediatamente a recuperare del materiale indispensabile per la band. Cartina alla mano, scazzo alla risposta, giù una pasticchetta simil psicofarmaco, e via! Il ragazzo deve lasciare l’arena, e se da una parte sembra infastidito, dall’altra tutt’altro: lavoro figo eh, ma quello show lo saprà a memoria, sciroppandoselo tutte le sere! Che ossessione!
Dura la vita del roadie, soprattutto se appena adolescente, e si deve fare ogni giorno schilometrate, lavoracci e orari impossibili. Alla modica di 100 dollari a serata! La pasticchetta comincia a fare effetto, e qualcosa fa intuire che non si trattava di un confetto Falqui. Le strade si allungano e allargano, le luci diventano perforanti, vista e riflessi un lontano ricordo. Una frenata squarciacoppertoni, un’occhiata alla cartina e pam! Ciocco paura. Trip riprende conoscenza, si alza, e il suo “viaggio”, intrecciandosi con le riprese del concerto, ha inizio! Raccoglie il pupazzetto che stava attaccato al retrovisore del furgoncino, ed eccolo in balia di visioni oniriche assurde, come il tuffo in una pozza d’acqua in Trainspotting Renton style quando è in botta, e situazioni surreali man mano sempre più tendenti al maniaco depressivo. Il ragazzo passa indenne attraverso incidenti, risse, impiccagioni per pali della luce, fino a che non si imbatte in quello che sarebbe stato il suo più acerrimo nemico: un guerriero a cavallo, bardato di tutto punto, che indossa una maschera antigas e brandisce un oscuro scettro. Le sue avventure si alternano alle immagini del concerto, come su due binari paralleli e in qualche modo comunicanti, perchè a seconda del pezzo che i Metallica stanno eseguendo, ecco delinearsi la situazione in cui sprofonda il ragazzo. Sebbene non vi sia alcun tipo di dialogo, le sensazioni di panico, tensione e paranoia di Trip sono evidenti. Sul palco la band fa fuoco e fiamme, e il ragazzo si ritrova catapultato in uno scenario post nucleare alla Mad Max. Le lyrics richiamano tematiche guerresche, ed ecco un’orda di black block che un uruk-hai a confronto è Don Lurio. Allucinazioni una dietro l’altra, per arrivare allo scontro finale: Trip contro il cavaliere, colpevole di avergli sottratto il pupazzetto simil Saw, che nel frattempo aveva preso vita.
Il ragazzo si impossessa dell’oscuro scettro, e in piena crisi d’identità, si crede improvvisamente Thor e martella la terra fino a sconfiggere l’avversario e recuperare l’amico di pezza. Un altro tuffo alla Renton, e si ritorna alla realtà! Palazzetto vuoto completamente, i Metallica che non si capisce bene se fanno un soundcheck o un umplugged a porte chiuse. E trip che recupera il materiale indispensabile per la band. Racchiuso in un misterioso borsone di pelle dall’aspetto vintage.
THROUGH THE NEVER. Dopo un attimo di smarrimento alla ricerca di una valutazione, posso definire questo lungometraggio come un’opera sui generis: non già un mero live dvd, ma anche un viaggio attraverso il mondo della band, esplorabile solamente mediante un trip, e Trip stesso in veste di Virgilio! Un nome, un programma come si suol dire! Durante la proiezione si sono sollevati molti coloritissimi commenti e risatine, parte delle quali emesse anche dalla sottoscritta, lo ammetto. Ma mi rendo conto che è proprio la peculiarità di quest’opera a renderla non immediatamente fuibile. Mi spiego. Già trattandosi di un lungometraggio e non di un film vero e proprio, non è possibile avanzare pretese sulla trama. La regia ha puntato su una sceneggiatura semplicistica che vede il continuo intersecarsi di due scenari. Il concerto. E il viaggio. Stop. Che poi di tanto in tanto ci siano state delle scelte e soluzioni discutibili, bhe, qui si entra in un campo minato dove il gusto e la percezione dello spettatore ne decretano la detonazione. Però ragazzi, che riprese, quelle del concerto! Show spettacolare, resa visiva accuratissima, effetti speciali direi faraonici. E la pedana di Lars, che ripresa dall’alto grazie a un potentissimo crane, appare come un tao, ma senza le piccole quantità del rispettivo opposto, vale a dire, il pallino bianco e il pallino nero. Quasi come a dire, bene e male, senza mezze misure o compromessi, altro che “nello yin è presente un po’ di yang e nello yang un po’ di yin”. E il crescendo di Trip nel pieno della sua botta, in un climax ascendente di paura, paranoia, sindrome maniaco depressiva, con graduale ripresa della lucidità! Dal punto di vista psicologico, trovo che il personaggio del ragazzo sia stato messo a punto in maniera molto accurata, e sebbene in qualche tratto susciti ilarità, trovo che ben si inserisca all’interno di questa trama che vuole solo mostrare le due facce della medaglia.
Semplice, godibile, senza troppe pretese. Non vincerà nessun premio Oscar, non sarà un campione di incassi al botteghino, ma è un lungometraggio, un esperimento che merita almeno una visione, questo è sicuro.
Ingenuamente, una volta tornata a casa, ho tentato di procurarmelo per vederlo nuovamente, scordandomi del fatto che Hetfield & Co. erano riusciti a far chiudere Napster… :-P
Consigliato.
Hail and pill!