SI RINGRAZIANO JACOPO CANALIA PER IL LIVE REPORT E STEFANO DROETTO PER LE FOTO
Factory, Milano – 6 Marzo 2014
C’è poco da fare. Lo stile dei Van Canto o si ama o si odia. Nell’intimo e accogliente Factory di Milano già dalle prime note (vocali) siamo davanti ad un aut aut: prendere o lasciare.
Parliamo di heavy metal a cappella. Rakkatakka e Badaboom. Quasi un atto di lesa maestà. E invece le cose funzionano, e alla grande.
La band teutonica riproduce tutti gli strumenti con l’ausilio esclusivo della voce, eccezione fatta per la batteria, dove un Bastian Emig a petto nudo ci conferma che il suo pestare è fondamentale per tramettere la potenza della band. Forse fin troppo, dato che va a coprire un po’ troppo le voci dei cantanti.
In un Factory strapieno e con un pubblico in visibilio, Dennis Schunke e Inga Scharf presentano il nuovo album Dawn of the Brave uscito a febbraio, esordendo con “Fight for Your Life” una cavalcata power con una forte inclinazione corale ed epica.
La presenza scenica di Dennis è imponente, si sporge quasi fino a cadere su un pubblico che non vorrebbe altro; la voce di Inga melodiosa e accattivante come sempre.
Arriva poi il momento del primo singolo estratto dall’album: l’esplosiva Badaboom. Il pezzo è divertente e coinvolgente, e il pubblico apprezza molto. L’anima folk rispetto al passato della band rimane più nascosto, mentre viene accentuato il lato più metal e diretto.
Un eccezione è rappresentata dal pezzo più rock in scaletta: Steel Breaker, un perfetto mix di rakkatakka, acuti di Ingrid e potenza di Dennis. Una menzione d’obbligo per Stefan Schmidt: il solista dei rakkatakka è davvero simpatico e ha un immediato feeling con il pubblico. Innumerevoli le gag comiche, le sfide (impari) con acuti e bassi vocali con le ragazze i ragazzi , tentativi scherzosi di parlare italiano e anche molta autoironi.
Un assolo di batteria di Eming fa da spartiacque al concerto. Da qui in poi a farla da padrone sono le cover, vero pezzo forte dei Van Canto. Rifare a cappella veri e propri mostri sacri della storia del metal è una sfida impegnativa, ma che impreziosisce e dà nuovo lustro (se ce ne fosse bisogno) al Passato: Rebellion dei Grave Digger (con un notevole impatto emotivo per lo scozzese Ross Thompson), Primo Victoria dei Sabaton, Wishmaster dei Nightwish, Holding Out for a Hero di Bonnie Tyler e la grande Fear of the Dark degli Iron Maiden.
L’atmosfera si fa calda, fino ad esplodere con il pezzo più famoso ed esaltante dei Van Canto: ovviamente un’altra cover, Master of Puppets dei Metallica. Il Rakkatakka iniziale è da brividi ed esprime una potenza disarmante. I membri del gruppo sono in totale sintonia durante il pezzo e il pubblico è tutto un “Master! Master! Master!”.
Dopo un’ora e venti circa i Van Canto salutano Milano (e l’Italia, dato che si trattava dell’unica data italiana). Forse un po’ pochino, ma considerato che lo stile “a cappella” prevede un cantare continuo e ininterrotto, possiamo comunque ritenerci soddisfatti.
Un Badaboom a voi tutti!