Ahhh! La mitica aquila coi pettorali e gli addominali scolpiti! Siamo nel 1980 quando il tecnico del basso dei Black Sabbath, Joey DeMaio, decide, assieme al chitarrista Ross The Boss, di formare una band tutta sua. Ai due si uniscono il cantante Eric Adams (compagno di scuola e amico di DeMaio) e il batterista Karl Kennedy (successivamente sostituito da Donnie Hamzik). Dopo un demo e qualche concerto in giro per gli States, i nostri sono pronti a pubblicare il loro primo LP, intitolato “Battle Hymns” – “Inni Di Battaglia”, uscito nel 1982 per Liberty Records.
La prima fatica dei Manowar racchiude in sé lo stile e tutte le sfaccettature che poi verranno a manifestarsi negli album successivi. Si passa da episodi a cavallo tra hard rock e heavy classico, come l’opener Death Tone o la scatenata Fast Taker, ad inni tamarri che inneggiano al vero metal, come l’arcinonta Metal Daze o l’omonima Manowar.
Fin dalle prime note del disco colpiscono subito l’impatto e la potenza sprigionata dai solchi di questo platter, unita ad una genuina passione per questo sound duro e irriverente. Davvero ottima anche la produzione che mette in risalto tutti gli strumenti, dallo scatenato basso di DeMaio, al ruggito della chitarra di Ross The Boss. Non si può ovviamente non evideziare la superba prestazione del cantante Eric Adams, metal screamer per eccellenza, in grado di passare agilmente da momenti più heavy e graffianti, a parti più melodiche, magistralmente interpretate.
Come detto, la band riesce a catturare tutti gli stili e influenze che fanno parte del proprio bagaglio musicale. Ecco allora che irrompe una travolgente versione metal per basso del celebre movimento rossiniano dell’opera “Guglielmo Tell”. Ma è nel finale del disco che i Manowar gettano le basi per quello che sarà il mood principale del disco successivo: Dark Avenger è forse il primissimo episodio di Epic Metal (sottogenere del Metal più battagliero e tradizionale). Coadiuvati da un narratore d’eccezione come Orson Welles, i nostri ricreano trame epiche e battagliere ricche d’intensità e pathos. La successiva Battle Hymn, come dice il titolo, è un vero e proprio inno di guerra, in cui i nostri si esaltano in un metallico crescendo, sottolineato da una fantastica prestazione di Eric Adams!
Probabilmente “Battle Hymns” non è l’apice della carriera manowariana, ma è sicuramente un ottimo esordio che dà inizio alla sfolgorante ascesa di una delle band di true metal più amate di sempre.