Wacken, Germania, dal 31 Luglio al 1° Agosto 2014
30-31 Luglio
Si parte!
Dopo un anno di attesa (dovuto al fatto che per essere presente DEVI comprare il biglietto e quindi programmare la tua vita un anno prima) finalmente il giorno è arrivato. WACKEEEEEEEEN! Già all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino si cominciano a vedere facce conosciute e gente vestita di nero, tutti pronti per prendere l’aereo, armati di zaino e tenda da campeggio, direzione Amburgo.
Nel mio gruppo siamo 4, per me è il terzo Wacken, altri due sono “vergini”, non sanno cosa li attende!
Atterrati ad Amburgo già si nota l’atmosfera del festival: grandi cartelloni presentano l’aeroporto come l’aeroporto del Wacken e miriadi di metallari atterrati da ogni parte del globo affollano l’aerea di ritiro bagagli, bagagli che arrivano in 5 minuti (proprio come a Fiumicino…). Da qui il percorso è sempre lo stesso, trenino per la stazione centrale di Amburgo, treno per Itzehoe e navetta per “The Holy Land of Wacken”.
Con l’avvicinarsi alla zona del festival aumenta il quantitativo di gente festante, già mezza ubriaca, perché prima di essere un festival (soprattutto per i tedeschi) Il Wacken è una festa che unisce tutti, sia i partecipanti che gli abitanti di questo piccolo paese… Sorridenti, ospitali e pronti a ricevere 100.000 persone per 4 giorni.
Missione numero uno: entrare nell’area concerti e montare la tenda. A differenza degli altri anni il braccialetto non si ottiene all’ingresso dell’area arrivi pullman; non ce ne preoccupiamo ed entriamo. Solita difficoltà iniziale nel montare la tenda in maniera appropriata e siamo pronti per andare a cercare il fatidico braccialetto, indispensabile per entrare nell’area concerti. La zona campeggio è enorme ed è con non poca difficoltà che troviamo gli stand, con una fila interminabile a segnalarli, che ci daranno il fatidico braccialetto e lo zainetto del Wacken con tanto di mantellina per la pioggia, borraccia e preservativo: è meglio essere ben equipaggiati.
Possiamo dunque entrare nel maestoso villaggio, adiacente all’area dei palchi principali, che presenta il tradizionale villaggio vichingo (molto gradevole, con ottimo cibo!) e i palchi secondari su cui, nell’arco della giornata, si alterneranno band folk. Non essendo particolarmente interessato al genere, la giornata finisce con birra da 1 litro (buona, ma con prezzi abbastanza alti) e uno spiedone.
Si va a dormire presto, pronti per il vero inizio del festival.
1° Agosto
Sveglia presto (solo perché nella tenda l’effetto sauna comincia dalle 8 di mattina) e colazione con un classico del festival, crepes con nutella e banana. Una leggera pioggia lascia presto spazio ad un caldo sole che ci accompagnerà per tutta la durata del festival. Attendiamo diligentemente l’apertura dell’area concerti, che avviene con estrema puntualità, e siamo dentro. I primi gruppi cominceranno a suonare sui palchi principali solo nel pomeriggio, quindi passo il tempo spendendo tutto quello che posto nel ricchissimo Metal Market e alle varie bancarelle di merchandising e abbigliamento presenti nell’area.
SKYLINE
Come ogni anno, ad aprire le danze sui palchi principali troviamo il gruppo dell’organizzazione, che ci “delizia” con cover di gruppi storici, a partire da Warriors of the World (Manowar), continuando con versioni sempre molto approssimative di pezzi immortali quali Fear of the Dark (Iron Maiden) e Black n° 1 (Type o Negative) con dedica al compianto Peter Steele. Il pubblico tedesco, molto facile da accontentare, risponde bene e acclama la band ad ogni pezzo. L’esibizione di 45 minuti, con la presenza di qualche guest singer da me non riconosciuto, si chiude con l’inno del Wacken 2014, There Will Be Metal, anche questo non all’altezza di quelli delle edizioni precedenti.
BULENT CEYLAN
Terminata l’esibizione del gruppo di casa, la situazione per noi non tedescofoni peggiora con l’esibizione del famoso (in Germania ovviamente) comico Turco-Tedesco che intrattiene il compiaciuto pubblico di casa per altri 45 minuti. Non il migliore inizio per il festival più importante del mondo.
HAMMERFALL
Finalmente! Alle 18 si comincia a ragionare con lo show speciale degli Hammerfall, incentrato sul loro primo disco, a tutt’oggi uno dei migliori della band di Gothenburg, “Glory to the Brave”. La scenografia consiste in un grande schermo sullo sfondo con l’artwork dell’album a cui è dedicato lo show. I suoni si presentano buoni ma non particolarmente potenti, mentre la band sembra in forma e felice di essere sul palco dopo due anni di stop, come ricordato dal cantante Joacim Cans, autore di una buona prova. Il main set, composto appunto dalla riproduzione integrale di Glory to the Brave in ordine sparso, prevede la presenza di graditi ospiti dal passato: l’ex chitarrista Stefan Elmgren su Stone Cold, il batterista dei primi due dischi Patrick Rafling, che sostituisce, durante l’esecuzione di Unchained, Anders Johansson dietro al drum kit. L’esecuzione del classico The Dragon Lies Bleeding avviene con la partecipazione del coautore del brano Jesper Stromblad (ex-In Flames), altra gradita sorpresa del concerto. Il set principale si conclude con l’esecuzione del brano col nome della band Hammerfall, caratterizzato dalla presenza di giochi pirotecnici sul palco. Dopo pochi minuti la band rientra sul palco eseguendo Any Means Necessary, Blood Bound e il singolo del nuovo album, in uscita a Settembre, Bushido, che non sembra all’altezza dei cavalli di battaglia della band, ma che è sicuramente un passo avanti rispetto allo scialbo Infection. Il concerto si chiude con il classico Hearts on Fire, cantato all’unisono da band e pubblico. Bentornati Hammerfall!
Setlist Hammerfall:
- Child of the Damned (Warlord cover)
- The Metal Age
- Steel Meets Steel
- Stone Cold (con Stefan Elmgren)
- I Believe
- Unchained (con Patrick Rafling)
- The Dragon Lies Bleeding (con Jesper Stromblad)
- Glory to the Brave
- Hammerfall
- Any Means Necessary
- Blood Bound
- Bushido
- Hearts on Fire
STEEL PANTHER
Non mi piace il Glam. L’ho sempre detestato. Ma dopo aver visto i simpatici video della band decido di godermi la performance del gruppo di Los Angeles, se non per la musica quantomeno per le numerose disinibite fans del gruppo. Le attese non vengono tradite. Il quartetto, capitanato dal chitarrista Satchel si presenta carichissimo e con suoni puliti e potenti, eseguendo canzoni tratte dai tre album con una predominanza di brani tratta dal primo album Feel the Steel. Tra un brano e l’altro ci sono lunghe pause per permettere al bassista Lexxi Foxxx di rifarsi il trucco e per incitare il pubblico femminile (con grande successo) a mostrare le tette. Ben fatto! Il concerto si chiude con numerose ragazze seminude sul palco per l’esecuzione di Party all Day (Fuck all Night) con il cantante Michael Star che se ne porta via una nel backstage. Promossi.
Setlist Steel Panther:
- Pussywhipped
- Party Like Tomorrow Is the End of the World
- Asian Hooker
- Just Like Tiger Woods
- Gold Digging Whore
- Girl From Oklahoma
- Community Property
- Eyes of a Panther
- 17 Girls in a Row
- Gloryhole
- Death to All but Metal
- It Won’t Suck Itself
- Party All Day (Fuck All Night)
SAXON
I Saxon non hanno bisogno di presentazioni, suonano da quasi 40 anni e sono ospiti praticamente fissi del festival. Nessuna sorpresa quindi? Sbagliato! Setlist old-school per il gruppo britannico con un solo brano tratto dall’ultimo Sacrifice (l’omonima title track). Si comincia con l’entrata di Biff Byford in sella a una moto, sulle note del classico Motorcycle Man a cui si susseguono senza sosta pezzi del calibro di Heavy Metal Thunder and Wheels of Steel. A metà concerto la sorpresa: sul palco si presenta un quartetto d’archi, un tastierista e un percussionista per eseguire canzoni immortali quali fra le altre, Crusader, The Eagle Has Landed, Power & the Glory, in versione orchestrale rivisitata. Tutto molto bello. Il cantante inglese, oltre ad essere un grande interprete è anche un grande intrattenitore e mostra che l’età poco conta. Il concerto si chiude tra fuochi d’artificio e acciaio fuso, con l’esecuzione di Princess of the Night e Denim and Lether.
Setlist Saxon:
- Motorcycle Man
- Sacrifice
- Heavy Metal Thunder
- Solid Ball of Rock
- Wheels of Steel
- 747 (Strangers in the Night)
- Crusader
- Battalions of Steel
- The Eagle Has Landed
- Power & The Glory
- Dallas 1 PM
- Princess of the Night
- Denim & Leather
ACCEPT
A chiudere la prima giornata ci pensano i maestri dell’Heavy Metal teutonico, gli Accept. La band, rinnovata da alcuni anni con l’ingresso del formidabile cantante Mark Tornillo, è favorita dai suoni più puliti e potenti dell’intera serata, ma allo stesso tendo fornisce una prestazione da urlo. La scenografia abbastanza semplice rappresenta l’artwork del nuovo album Blind Rage, in uscita il 15 Agosto, e da alcuni video di stampo militare che vengono riprodotti durante l’esecuzione di brani appartenti all’epoca più recente della band (Shadow Soildier). Il concerto, presentato come show speciale incentrato sullo storico album del 1982 Restless and Wild (alla fine saranno 5 gli estratti da quest album), parte a raffica con il singolo tratto dal nuovo album Stampede e continua con l’esecuzione magistrale di brani vecchi e nuovi. Sugli scudi la coppia d’asce, capitanate dal grande Wolf Hoffmann, sempre preciso nella parte solistica. I brani della nuova era della band non sfigurano di fronte ai classici degli anni 80 e Tornillo è ottimo sui pezzi scritti per la voce di Udo. 90 minuti di fuoco e fiamme, senza un attimo di sosta confermano lo stato di grazia, quasi una seconda giovinezza, del gruppo tedesco. Sicuramente i migliori della giornata.
Setlist Accept:
- Stampede
- Stalingrad
- Losers and Winners
- Monsterman
- London Leatherboys
- Breaker
- Shadow Soldiers
- Restless and Wild
- Ahead of the Pack
- Flash Rockin’ Man
- Princess of the Dawn
- Fast as a Shark
- Starlight
- Pandemic
- Metal Heart
- Teutonic Terror
- Balls to the Wall
- Burning