Ai piu’ il nome di David “Rock” Feinstein non dira’ molto, invece la sua storia musicale e’ piuttosto interessante; il buon David inizia con gli storici Elf, gia’ proprio il gruppo che fece da spalla ai Deep Purple, scelti da Blackmore dopo averli ascoltati. Sì, parlo proprio del gruppo in cui militava il giovane Ronnie James Dio, ma non e’ tutto, James e’ il cugino di David Feinstein. Ovviamente abituato a siffatta compagnia il buon David (che ha suonato anche nei The Rods) non poteva certo fare a meno di un grande cantante per questo suo debutto, la scelta e’ caduta su John West, ugola piuttosto conosciuta ed apprezzata.
Dopo il primo ascolto il disco si e’ rivelato una gran bella sorpresa, un heavy metal classico con qualche tributo pagato al passato hard rock di Feinstein, prezioso ed ispirato West, a mio avviso in una delle sue migliori prove, ottima la sezione ritmica cosi come le tastiere che, in verita’, si limitano al semplice ruolo di sottofondo.
L’inizio e’ dirompente con “Regeneration”, una song decisamente vivace e potente, il motivo conduttore dell’intero lavoro, come lecito aspettarsi la chitarra di David la fa un po’ da padrone assieme alla voce di West, la cosa che piu’ mi ha fatto piacere e’ stato constatare il gusto e la capacita’ di invetare assoli mai noiosi dell’ex Elf. “Streaming star” si candida come uno degli episodi migliori con il suo incedere cadenzato e ritmato, ottimo Feinstein sia nella veste di ritmico che di solista.
La title track merita un discorso a parte, un brano piu’ lungo del solito, la struttura non ha nulla di nuovo, inizio lento, parte ritmata per poi aumentare fino al cuore della canzone piu’ potente, quello che colpisce e’ il gusto eccellente nel comporre un brano bello, emozionante, bella sorpresa davvero. Gia’ dalla successiva “Rule the world” si torna su coordinate piu’ canoniche, un heavy possente ma sempre molto ritmato e cadenzato, indubbiamente West si trova perfettamente a suo agio su questo tipo di sonorita’, infatti il cantato in tutto il disco si interseca benissimo con la musica di Feinstein e compagni, in “Far beyond” si placano un po’ gli animi con una impostazione piu’ melodica anche se non propriamente da ballad anzi, un’altro brano decisamente sopra la media.
Questo disco d’esordio dei Feinstein e’ una produzione dalle caratteristiche rare, un disco heavy metal classico che riesce a suonare attuale pur mantentendo tutte le caratteristiche che lo faranno piacere a chi, come me, e’ piuttosto affezionato ai grandi del passato; altro elemento decisivo e’ la piacevole sensazione che ogni canzone sia stata curata fin nei particolari, non ci sono cadute di tono o di livello in nessuna parte del disco, e questa, con i tempi che corrono, e’ una prerogativa molto rara.
Il disco si chiude con una strumentale, “Inferno”, dove i musicisti mettono in mostra gran parte del loro repertorio tecnico, finalmente anche le tastiere hanno un loro momento di gloria con alcuni passaggi davvero belli.
Questo dei Feinstein e’ un gran bel lavoro, uno dei migliori nel genere che mi sia capitato di ascoltare da molto tempo a questa parte, David Feinstein e John West ovviamente sono sugli scudi, ma tutta la band e’ da elogiare per le capacita’ e per la performance, una bella sorpresa questo disco quindi, consigliatissimo per gli appassionati del genere e per tutti quelli che cercano un disco heavy metal che sia semplicemente questo. Dal canto mio faccio i complimenti al gruppo per l’ottima release.