Nuovo capitolo per i tedeschi Iron Savior che arrivano così al traguardo del quinto album. Il gruppo continua a subire cambi di formazione, anche se non influiscono sul risultato finale. Infatti la mente del gruppo era ed è sempre il grandissimo Piet Sielck.
Il nuovo lavoro c’è da dire che differisce in maniera impercettibile da quelli precedenti mantenendosi sempre ancorati ad un sound veloce ed aggressivo, i riff restano quindi sempre molto “metallici” nel più puro marchio di fabrica tedesco. E’ forse proprio questo il limite maggiore del gruppo capitanato dal famosissimo produttore: Insomma le canzoni pur essendo molto coinvolgenti, dirette e affilate sono comunque canzoni già sentite e risentite un milione di volte. Non che questo mini minimamente l’impatto delle canzoni, ma se all’inizio della loro carriera l’influenza di tutti i mostri sacri del power metal tedesco poteva essere messa in secondo piano ormai non è più accettabile.
E’ anche vero che vale il detto che “squadra che vince non si cambia”, ma Sielck sembra abbia applicato il detto alle canzoni. Basta quindi ascoltarsi i primi album del combo tedesco e continuare con i successivi per sentire sempre gli stessi giri e ritornelli, opportunamente modificati.
Chi conosce il gruppo sa quindi cosa aspettarsi, senza nessun cambiamento: Puro heavy metal tedesco e nulla più. Semplice, diretto e senza fronzoli.
Ma in quest’album c’è qualcosa che mina la qualità del prodotto: la produzione. Pur restando nel tipico “Iron Savior sound” l’ho trovata veramente scadente rispetto ai precedenti lavori, decisamente confusionaria, poco chiara… Piet Silck sa fare di molto meglio.
Per concludere, questo album è pieno zeppo di canzoni non memorabili ma che fanno comunque felici i metallari più fedeli al power metal di stampo tedesco, come me. Ma per i semplici seguaci del power metal sarà l’ennesimo prodotto copia della copia della copia…