Bene bene bene. Sebbene su un EP di quattro canzoni solo due siano effettivamente loro, sembra proprio che il prossimo “Reckoning Night” proseguirà quanto mostrato nel superlativo “Winterheart’s Guild”.
A dirla tutta non vi è un salto, dal lato compositivo, pari a quello che vi fu l’anno passato con il disco sopracitato, però come detto trattasi semplicemente di un singolo, niente impedisce di pensare che l’album vero e proprio contenga altre piacevoli sorprese.
Parlando più in dettaglio di questi due nuovi brani, possiamo dire che entrambi alternano parti più veloci a parti più lente e cadenzate, mentre è sempre presente l’ormai inconfondibile gusto melodico che i Sonata Arctica possono vantare, con ritornelli e melodie davvero eccelsi. Tra le due probabilmente la più immediata è “Ain’t Your Fairytale”, che colpisce sin dal primissimo ascolto, mentre “Don’t say a word” esce più alla distanza, riuscendo comunque a convincere l’ascoltatore.
Sulle due cover, la prima dei Depeche Mode e la seconda dei Vanishing Point, non mi esprimo più di tanto dato che non conosco le versioni originali, posso solo dire che mi sembra meglio arrangiata e in definitiva più azzeccata “Two minds, one soul”, perchè “World in my eyes” soffre un po’ troppo il passaggio da elettronica a chitarre distorte, sebbene i sintetizzatori di Henrik Klingenberg (e di Tony Kakko, perchè no?) siano usati pesantemente.
E ora, attendiamo tutti Reckoning Night.