Torna la cantante e il suo entourage (primo fra tutti il consorte Erik Norlander) dopo il fortunato doppio live “Retourn to Japan”, validissima rappresentazione di quello che riescono a portare sui palcoscenici di mezzo mondo questi musicisti. Da studio pero’ la produzione di Lana Lane soffre, secondo me, di una certa immobilita’ stilistica, elemento questo purtroppo non trascurabile vista la proposta gia’ di per se non particolarmente originale. Questo “Lady Macbeth” arriva a festeggiare il decimo anniversario del primo disco della nostra, un concept basato sulla celebre novella “Macbeth” di William Shakespeare.
La rilettura in chiave metal sinfonico risulta essere, al solito, molto curata come da tradizone delle produzioni della Lane, le canzoni sono articolate e complesse e si basano oltre che sulla voce della bella cantante anche sulle capacita’ compositive e tecniche del gia’ citato Norlander e dal basso (veramente notevole) di Kristoffer Gindenlow dei Pain Of Salvation. Notevoli anche i nomi presenti alle sei corde, oltre ai soliti Neil Citron e Mark McCrite troviamo il quotato Peer Verschuren, alla batteria invece c’e’ il bravo Ernst Van Ee, un bel po’ di musicisti (contanto anche l’altro bassista Don Schiff e l’aiuto ai cori di Kelly Keeling) quindi che contribuiscono al disco in modo notevole.
Dieci canzoni attraverso le quali si dipana la storia di questo concept, chiaramente alternando momenti piu’ veloci ad altri piu’ lenti e riflessivi dove, a mio avviso, la Lane si trova piu’ a suo agio. Essendo un concept inutile parlare di un brano piuttosto che un’altro visto che tutte le composzioni appaiono legate da un filo conduttore comune. Lo sforzo di variare il registro qua e là c’e’ e devo dire che e’ anche abbastanza riuscito, questo “Lady Macbeth” e’ un buon disco, non così differente rispetto ai lavori passati di Lana Lane ma come i precedenti mantiene un livello qualitativo alto e una esecuzione tecnica di tutto rispetto, ripeto quanto detto in apertura, c’e’ sempre la sensazione che, tra i molti passaggi, ce ne siano diversi gia’ sentiti e risentiti ma la qualita’ dei medesimi attenua questo aspetto rendendolo marginale.
Consiglio questo disco anzitutto agli appassionati del genere e a chi segue da sempre la cantante in oggetto, tutti gli altri che potrebbero essere interessati dovrebbero comunque dargli prima un ascolto.