Strepitoso questo “The 1st Chapter”, album di debutto dei norvegesi Circus Maximus. La loro proposta musicale, estremamente fresca e genuina, spazia con disinvoltura tra l’hard rock di estrazione nord europeo ed il progressive metal di stampo americano, ovvero tra la bravura incontrastata e la classe di gente come TNT e Dream Theater. Nel fare questo, comunque, i Circus Maximus danno ampio sfogo alla propria personalità di musicisti preparati e fantasiosi, mettendo mano ad un ricettacolo di pura e cristallina classe compositiva. La cura maniacale con cui ogni singolo episodio è stato costruito è a dir poco sbalorditiva, assolutamente fondamentale per la buona riuscita di un platter pretenzioso come questo: la complessità strumentale dei brani viene incredibilmente addolcita dalla strepitosa performance vocale del magnifico Michael Eriksen, assolutamente perfetto nel farcire questo “The 1st Chapter” di abbondanti dosi di melodia e sentimento. Senza soluzione di continuità si vaga, dunque, all’interno di un contesto estremamente variegato e sempre coinvolgente, che si stia ascoltando una strumentale arzigogolata come “Biosfear” o una splendida composizione di oltre dieci minuti come “Glory Of The Empire”. I Circus Maximus, da questo punto vista, non si pongono limiti: il loro interesse è tutto rivolto alla ricerca di una struttura compositiva che non sia strettamente soggiogata alle rigide regole del mercato, esprimendosi al meglio delle proprie possibilità in un contesto frastagliato di umori, suoni, sperimentazioni ed influenze sempre diverse. Classe e stile che vanno a braccetto, dunque, alternandosi tra le fantastiche note di highlights come “Why Am I Here” o della stessa title track, brano corpulento ed ottimamente spalmato su una ventina di minuti.
Un debutto discografico da far accapponare la pelle, che premia in ugual misura il talento e la perspicacia dei Circus Maximus e le innegabili qualità di talentscout della Frontiers.