Trovo che gli Skyclad siano uno dei gruppi più sottovalutati della scena metal, un gruppo autore di parecchi dischi interessanti che purtroppo è stato seguito da un numero troppo esiguo di persone (seppur quelle poche si siano dimostrate sempre molto legate alla band). “Oui Avant-garde à Chanche” (gioco di parole, come ci ha abituati il buon Martin, questa frase non significa infatti nulla in francese ma suona simile all’inglese “We Haven’t Got A Chance”) è uno dei loro dischi più folk, ed è anche il loro disco che preferisco. Lasciate da parte le asprezze metalliche degli esordi, qua le tracce sono dominate da violini, chitarre acustiche, flauti, melodie allegre, ironia e tanto di quel feeling che anche la metà sarebbe bastata a rendere questo disco un lavoro speciale.
L’album si apre con l’energica “If I Die Laughing, It’ll Be An Act Of God”, un pezzo allegro, nonostante il testo sarcastico, che dispone subito molto bene nei confronti del disco e che viene doppiata dalla successiva “Great Blow For A Day Job” (se invertite “Blow” e “Day” viene fuori un altro dei giochi di parole di Martin, questa volta un po’ più grossolano del solito… d’altronde anche la copertina, se guardate bene, non ci va piano con i richiami sessuali…), un pezzo quasi da sagra paesana che si infila subito in testa e fa venire voglia di lanciarsi in qualche ballo da osteria… Con “Constance Eternal”, dedicata a qualche parente di Martin morta, la nonna penso, le atmosfere diventano meno allegre, il pezzo tuttavia non scade di certo e convince grazie al suo suonare molto “sentito”, probabilmente come “ultimo saluto” sarà stato apprezzato da Constance, chiunque essa sia. “Postcard From Planet Earth” è un altro pezzo abbastanza particolare, la musica risulta molto “amareggiata” (ed il testo è una specie di cartolina che un alieno spedisce dicendo cosa pensa degli abitanti della Terra) nonostante abbia un retrogusto allegro. Con “Jumping My Shadow” le atmosfere diventano invece più avvolgenti e quasi esotiche, il brano è ammaliante ed ancora una volta è riuscito. Decisamente più cadenzata ed arrabbiata è la successiva “Bombjour !”, una canzone dedicata a Chirac ed agli esperimenti di qualche anno fa…
Finisce qua la prima metà del disco, che a quanto ho letto in giro doveva uscire come ep, ma che poi è stata completata dalla seconda metà dietro richiesta dell’etichetta, che aveva apprezzato molto i pezzi e voleva un album intero. Seguono così ai primi 6 brani del disco altri 6 brani che risultano buoni, nonostante sembrino un po’ “tirati su”. Per la precisione abbiamo: “History lessens (The Final Examination)”, un rifacimento in chiave più folk di “History Lessens” (presente su “Irrational Anthems”) che mi piace di più del già buon pezzo originale, “A Badtime Story”, brano piacevole ma che non si colloca tra i picchi del disco, una travolgente cover di “Come On Eileen” (se il titolo non vi dice niente sentendo il ritornello “toora loora yeeee” capirete che canzone è…) ed una meno riuscita cover di “Master Race” dei New Model Army, una ripresa strumentale di “Bombjour !” intitolata “Bombed Out (Instru-mental)” ed infine un nuovo mix di “Penny Dreadful”, molto simile all’originale presente su “Irrational Anthems”, dichiarazione di integrità da parte della band.
Insomma, “Oui Avant-garde à Chance” è davvero un gran bel disco, se non conoscete gli Skyclad vi consiglio di partire proprio da questo lavoro per scoprirli (sempre che non vi dispiaccia una dose molto forte di folk, perchè altrimenti sono più indicati i primi lavori, che sono più “metallusi”), se invece li conoscete e non avete il disco in questione allora vi consiglio caldamente di rimediarlo. Se poi lo conoscete e non vi piace beh, come si dice, “sono fatti vostri”…