Dopo alcuni anni di silenzio ritornano con un nuovo album gli italiani Pandaemonium. “Return to reality” si dimostra il degno successore di quel “…and the ruins begins to prey”, che vedeva nel lontano 1999 il debutto della band tricolore sotto la Underground Symphony. Da ormai molto tempo pensavo che i Pandaemonium si fossero sciolti e invece ecco che un bel giorno mi ritrovo fra le mani il loro nuovo lavoro: inserisco quindi con gran curiosità questo dischetto nel lettore cd e mi accorgo fin da subito che nulla è cambiato all’interno della musica dei Pandaemonium: maturati artisticamente, la band propone un solido power metal di matrice sinfonica ed epica, veloce e d’impatto, che prosegue il discorso iniziato con il disco di debutto. Rispetto alla formazione iniziale alcune cose sono cambiate all’interno della band: infatti accanto al singer Daniel Reda e al bassista Lorenzo Zirilli, vediamo due nuovi personaggi ovvero il virtuoso chitarrista Steve Volta e il batterista Federico Ria (già con gli Skylark). Le maggiori differenze rispetto al debutto sono rappresentate da una maggiore semplicità nella struttura stessa dei brani: questa volta i Pandaemonium si limitano a creare pezzi semplici e d’effetto senza perdersi in prolisse e cervellotiche elaborazioni musicali come accadeva nell’album d’esordio. Altro punto in favore sono i ritornelli che si rivelano molto più incisivi rispetto al passato ficcandosi subito in testa, scoprendosi di facile ed immediata presa. Ottima è la prova di Daniel Reda, notevolmente migliorato rispetto al passato: capace ancora di raggiungere incredibili acuti grazie ad un sapiente utilizzo del falsetto, questa volta il dottissimo singer italiano si concentra su un cantato più passionale e personale. La vera rivelazione dell’album è Steve Volta che riesce a conferire ai brani una marcia in più: un esempio su tutti è rappresentato da “Flying over the clouds” dove Steve dimostra le sue doti di guitar hero, ma si possono certamente citare brani come l’opener “Time of glory”, la bellissima “Fires in the sky” e la velocissima Miracle”. Uno dei brani più efficaci di questo nuovo lavoro si rivela “Hymn to the fifth element”, caratterizzato da un andamento piuttosto epico ed aggressivo, con cori d’ottima fattura e un Daniel Reda in forma splendida. Malinconica è la conclusiva “Land of dreams” brano che riunisce al suo interno sonorità medievali e rinascimentali come solo pochi artisti sono in grado di fare.
In conclusione ritroviamo in forma splendida i Padaemonium e questa mi fa sicuramente piacere. Speriamo dunque di non dovere attendere ancora degli anni per il prossimo disco in quanto questa band ha davvero molto da dire. Bentornati.