Ancora Permeated Records, ancora un album all’insegna del metal estremo con “Omen of Tragedy” ad opera degli statunitensi Revenance; e in questo caso, rispetto ai loro compagni di etichetta Stench of Dismemberment, si cambia totalmente registro, a partire dalla copertina, dove colori e illustrazioni potrebbero trarre in inganno chiunque ( chi ha detto metalcore ? ).
Ma lasciamo perdere questi futili particolari, e parliamo del contenuto: questo debut album ci presenta il five piece newyorkese alle prese con un death metal assassino e intransigente, e non privo di spunti interessanti. “Omen of Tragedy” si avvale del classico sound brutal americano: chitarre ribassate, voce ultragutturale e i classici blast beats che non potranno non fare la gioia degli amanti del genere. Nonostante siano ben lontani dalla classe di gruppi come Cannibal Corpse, oppure dei loro concittadini Suffocation, i Revenance riescono a farsi valere e non solo per la brutalità espressa nell’arco dei suoi quarantacinque minuti; non possiamo non notare infatti che le canzoni risentono di quella rabbia tipica dell’hard core made in New York, riconducubili in canzoni come “Five Shots” e “Phenecyclimone”, schegge impazzite di brutal death metal che rallentano fino a sfociare in parti mosh. Un’altra canzone degna di attenzione è la title track, nella quale vi troviamo un break “melodico” forse un po’ svedesotto, ma comunque in linea con la canzone, oppure la successiva “Catharcyst” gustosa canzone strumentale melodica e dalle piacevoli partiture acustiche. Bisogna comunque evidenziare il fatto che l’album presenta alcuni limiti come la voce di Joe Marchese, buona nei growls ma irritante nelle parti scream ( ricorda molto il Chris Barnes degli ultimi stucchevoli album dei suoi Six Feet Under ), e un suono che per quanto buono non rende a mio avviso quanto dovrebbe. Tuttavia non bisogna dimenticare che si tratta di un debutto, e quanto espresso da questi ragazzi mi fa pensare che la strada giusta da loro intrapresa sia quella giusta .