Uno dei messaggi di errore più familiari per chi naviga in internet dà il nome a questa nuova band nata dalle ceneri dei disciolti Vanexa per volontà della ex-sezione ritmica composta da Silvano Bottari e Sergio Pagnacco: arruolati il cantante Marco Cabras ed il chitarrista di origine albanese Artan Selishta, il quartetto ha intrapreso una direzione diversa dall’heavy metal dei Vanexa, puntanto su un heavy rock dalle tinte blues/psichedeliche e dalle influenze molteplici.
Il bel singolo/title-track “Armless” (il cui video è attualmente in rotazione su Rock TV) parrebbe ad un primo ascolto essere il brano più rappresentativo dell’album, con le sue melodie che in qualche modo mi hanno ricordato i Mindfunk di “Dropped” con un taglio più dilatato ed esotico, grazie soprattutto alla chitarra dell’ottimo Selishta.
Nondimeno, le restanti tracce non sono certo avare di spunti interessanti: il riffing hendrixiano e l’orecchiabile ritornello della accattivante “If You Believe Me”, l’atmosfera in sospeso ed il break dell’iniziale “White Faces”, il groove di “Rising High”, la disinvolta sezione ritmica funky ed il ritornello seventies di “No Glory”.
Restano da citare la melodica “One Minute More” (interessante nei suoi crescendo ma penalizzata da troppo chorus laddove una produzione più presente e frontale avrebbe probabilmente giovato), la strumentalmente sensazionale “Rolling in the Sky” (dove ad un cantato un po’ insicuro sopperisce una chitarra ispiratissima) ed in conclusione l’ennesima convincente prova di Selishta in “Native”, brano strumentale il cui titolo è già abbastanza eloquente.
“Armless” nel complesso è un buon disco, ben confezionato (il cd-vinile è un colpo basso!) e ideato, con diversi spunti meritevoli di interesse: bene quindi il presente e impossibile non pensare già al prossimo capitolo, magari con linee vocali più blues, una integrazione ancora maggiore delle sonorità balcaniche ed una produzione più “piena”.
Band piacevolmente poco usuale per la scena rock italiana, i 404 not Found sono lontani sia dal mainstream che dalla ormai molto omologata nicchia del metal, ma sapranno certamente trovare consensi presso tutti gli ascoltatori più attenti e che non si pongono troppe inutili questioni di genere musicale.