Torna sulle scene musicali Axel Rudi Pell, in passato additato come erede unico del grandissimo R. Blackmore e, purtroppo, mai esploso veramente appieno per quello che è il suo reale potenziale artistico.
Il nuovo “Mystica”, tanto per non scontentare i fan più agguerriti, cambia di poco le carte in tavola rispetto ai sui predecessori, confermando la cocciuta tendenza del biondo crinito chitarrista tedesco a produrre album sempre piuttosto simili tra loro. Solita intro ad inizio disco, soliti pezzi sparati a razzo (in verità pochi, in questa sede), soliti anthem epici e via di seguito con ballad e brani strumentali di ordinaria amministrazione. Il tutto, parliamoci chiaro, se visto con gli occhi del fan sfegatato non può che sublimare l’effettivo valore di questo lavoro, il problema sorge dinanzi ad orecchie più smaliziate ed esigenti.
Quello che è certo, comunque, è che il buon Axel mastica heavy metal da ormai ben venticinque anni, rifacendosi più o meno indiscriminatamente, tra gli altri, a gente del calibro di Rainbow, Deep Purple e Malmsteen. Giocano a suo favore, quindi, una talento smisurato ed una padronanza dello strumento praticamente perfetta, oltre ad una conoscenza inattaccabile del genere ed una line-up di musicisti eccelsi. Se solo a tutto questo si aggiungesse un po’ di intraprendenza in più…