Nazionalità bulgara, tanta rabbia ed un modo di esprimerla non certamente originalissimo. Sono questi i tratti preponderanti di “Smashed Brain Collection”, esordio discografico di una band che, già da titolo ed artwork, mostra in maniera cristallina la sua adesione a quelli che sono gli, ormai abusati, stereotipi del brutal-death. A questo punto verrebbe naturale cestinare il disco, bocciarlo senza apperlo dando appuntamento al prossimo episodio. Invece no, perchè qualcosa di buono, in questo pastone di suoni di paternità altrui, c’è.
Brutal oltranzista e rigorosamente old-style, che non lascia spazio a differenti interpretazioni. L’ispirazione, chiarissima, ed indirizzabile in maniera immediata a mostri sacri come Suffocation e Dying Fetus con una ricetta già pronta, fornita e rodata. Brani generalmente brevi e compatti, riff ovattati che si avvolgono su sè stessi per poi esplodere iterativamente, blast-beats in abbondanza ed approccio vocale basso e monolitico. Il buono? Questa formazione, seppure all’esordio assoluto, mostra di saper gestire le proprie pesanti influenze con un fare maturo e navigato. E’ così che le strutture dei brani sono sicure, asciutte, fornendo ogni elemento che un amante del genere vorrebbe ascoltare. I ragazzi non tergiversano, andando sempre al sodo con strutture abbastanza variegate e meritevoli d’attenzione. Il disco, tra accelerazioni impressionanti, una produzione perfettamente fangosa, rallentamenti, mid tempos ed un gusto notevole, non riesce mai ad annoiare chi lo ascolta dando sempre un perchè ad elementi praticamente rubati altrove. Elementi che, a quegli amanti del genere che sono gli unici potenziali interessati al disco, sono più che noti. Resta da scegliere se accettare il buono della furbizia compositiva degli Enthrallment, o rifiutare l’ennesima dose di compitini imparati ed eseguiti.