Qualche gradevole sorpresa isolata, sporadiche uscite al limite del ridicolo ed un indecifrabile numero di band che si spalleggiano, suonando la stessa identica solfa, sperando nella cecità di potenziali acquirenti. E’ questo, raccontato con sufficienza ed approssimazione, il quadro di un genere tanto giovane quanto al collasso come il metalcore. Ancora dubbi sulla triste realtà disegnata? A spazzarli via arrivano con decisione i Since The Flood, ennesima band presentata come new sensation e sponsorizzata da un nome rispettoso, ma poi rivelatasi autrice della solita minestra.
Questa volta lo sponsor si chiama Trevor Phipps (singer degli splendidi Unearth) ed i paragoni osano, addirittura, scomodare un monumento di nome Slayer. La verità, come al solito e come è lecito aspettarsi, è invece ben lontana da poche righe di presentazione ben scritte e pensate. Siamo alle solite. Miscela di hardcore e violento thrash statunitense lanciato a velocità vertiginose, ben eseguito e splendidamente prodotto. Pezzi brevi e compatti che, per i primi trenta secondi, sfrenano, agitano per poi perdere la propria carica sotto i pesantissimi colpi delle classiche, imbarazzanti, citazioni. Questa volta tocca alle band più orientate all’hardcore essere tirate in ballo ed ecco che, senza veli nè vergogna, all’avanzare dei riff i fantasmi di Hatebreed e Shadows Fall si impossessano del disco senza lasciarlo per un secondo. La ricetta è rodata e pronta: zero spazio alle melodie, growl ruvido e monolitico, rapidità d’esecuzione e strutture semplicemente dirette. A questi ingredienti, togliere il pesante peso della paternità di ogni singolo suono ed un fascino praticamente nullo per una band fredda che sembra limitarsi alla classica esecuzione del compitino. Tutto già noto, in un ‘No Compromise’ che non riesce ad inventarsi neanche modalità di copia e incolla già abbondantemente abusate. La solita plastica di scarsa qualità pronta a disintegrarsi in pochi minuti tra le mani dei pochi ingenui che avranno deciso di farla loro.