Con trascorsi in compagini come Morbid Angel, Ripping Corpse e una produzione discografica di tutto rispetto con i devastanti Hate Eternal, Eric Rutan ha dimostrato, nel lontano 2001, di essere un artista estremamente ispirato e versatile. Messa da parte la brutalità tout court, il compositore americano si dedica alla stesura di quello che sarà l’unico vagito del progetto Alas, purtroppo rimasto fermo ai box sino a questo ’08. ‘Absolute Purity’, questo il nome del CD, ci presenta una proposta musicale assolutamente personale e ricca di fascino, in cui metal e lirica si incontrano animosamente e con grande classe. Assodati il bassista Scott Hornick ed il batterista Howard Davis, entrambi fenomenali, e la cantante Martina Astner, Rutan getta le fondamenta di un prodotto assolutamente imprevedibile e sfuggente, in cui regna sovrano il concetto di melodia e forma canzone. Il suo lavoro in fase di songwriting è assolutamente sbalorditivo, ispirato come non mai sia in fase ritmica che solista: partiture eleganti e raffinate, evoluzioni personali rimarchevoli e una buona dose di coraggio attestano a questo lavoro una raffinatezza davvero unica e speciale. Difficile da catalogare e descrivere a parole, ‘Absolute Purity’ si trasforma, sin da subito, in una sorpresa micidiale per tutti i fan di Rutan, momentaneamente spiazzati dalla diversità della proposta e da un approccio davvero sonoro davvero ammaliante e ricercato. Giocando sulle doppiature di chitarra e su una sezione ritmica incredibilmente competitiva, Eric conferisce all’intero disco un’ aurea di magnetismo musicale che difficilmente lascerà indifferenti gli ascoltatori. Episodi come ‘The Enchanted’, ‘Loss Of A Life’ e l’iniziale title track la dicono lunga sulla qualità intrinseca di questo progetto, col tempo divenuto uno dei migliori esempi di come reinventarsi totalmente a livello musicale. Non esistono grosse ancore di salvataggio in riferimento ad un possibile paragone con altre compagini, qui ogni cosa assume le sembianze sfuggevoli di una creatività libera e soprattutto ispirata dal profondo. ‘Longing For Destiny’, poi, suggella definitivamente quanto detto in virtù di un approccio alla composizione che si fa beffe di tutto e tutti: (quasi) completamente acustico, questo pezzo strumentale è l’emblema di cosa rappresenti ‘Absolute Purity’ per Eric Rutan, una valvola di sfogo in cui far confluire tutto il proprio estro melodico e represso.
Sino ad oggi, comunque, più nulla si è saputo sulle sorti dell’ambizioso progetto. Quello che è certo è il valore di un disco caldo ed emozionale, in cui l’ex chitarrista dei Morbid Angel stupisce davvero tutti per classe, maturità e fantasia compositiva…