Provenienti dalla Grecia gli Inactive Messiah propongono un sound a metà strada tra il death e l’industrial il tutto farcito dalla speciale partecipazione dell’orchestra sinfonica slovacca e dal coro nazionale greco. Un album strano, particolare e fuorviante che riesce a fondere assieme sonorità parecchio distanti tra loro e con un tocco personale che rende la proposta dei nostri non dico interessante ma perlomeno quasi godibile.
L’idea di unire così tante sonorità assieme può tuttavia rivelarsi un’arma a doppio taglio e nonostante ci siano parecchie idee come nell’opener “Sing” che ricorda tantissimo i Crematory, il binomio death/musica sinfonica proprio non riesce a sposarsi e “Be my drug” si rivela in certi punti parecchio scadente e per nulla interessante. Qualche buono spunto con “All your dream”, la stessa titletrack o ancora “Hear me tonight” che strizzano l’occhio ai capisaldi del death e dell’industrial riescono a far proseguire l’ascolto dell’album che però prende irrimediabili scivoloni su canzoni come “Pain”, povera di idee e “Synthetic Snow” che va a collocarsi come un brano sapientemente rubato dal magico cappello dei Rammstein anche se non riesce ovviamente ad eguagliarne la qualità. Ridicola è alla fine “Beat It”, cover di Michael Jackson, presenta un incedere praticamente fuori luogo con l’originale e assolutamente orrido.
Un album da prendere con le molle dunque o addirittura da cestinare immediatamente. Questo “Be my drug” non è nulla di eccezionale, poche idee, tra l’altro male sviluppate e tanti plagi verso band maggiormente famose del panorama metal.