I Wolf è dal primo album che hanno contraddistinto il loro marchio di fabbrica con musica e suono di vecchia scuola ottantiana, tanto di risultare un miscuglio ben riuscito di Judas Priest e Iron Maiden su tutti. La produzione di questo nuovo Ravenous è stata affidata niente meno che da Roy Z, e ad essere onesto non trovo grandi differenze rispetto ai precedenti, forse un po’ più corposa ma è abbastanza irrilevante l’apporto del rinomato produttore (Judas Priest, Bruce Dickinson, Helloween), quasi a sottolineare il fatto che il gruppo sà esattamente ciò che vuole ottenere su disco: un suono che rievochi anche solo marginalmente quello che si potrebbe sentire su vinile.
La formula di Ravenous riflette abbastanza quella di Evil Star, pezzo iniziale veloce e diretto in pieno stile Judas Priest e poi un alternarsi di brani più o meno veloci. Ma rispetto al passato trovo l’album un po’ sotto tono, il lavoro è sempre apprezzabile ma manca di quel qualcosa in più, di quell’incisività che aveva Evil Star, che tanto ho amato. Forse il problema è proprio questo: Evil Star l’ho trovato perfetto sotto tutti i punti di ascolto. Questo nuovo lavoro esce penalizzato se raffrontato a quell’album, nonostante Stålvind e soci abbiano confezionato un prodotto di discreta fattura che sà regalare emozioni per quasi un’oretta.
Insomma il gruppo ora dovrebbe modificare un pelino la propria musica, senza stravolgerla chiaramente, per far parlare nuovamente di sè, oppure rimanere fedeli alla linea, senza cambiare di una virgola e rischiare di pubblicare album solo per lo zoccolo duro di sostenitori.