Dopo quattro album e quindici anni di attività tornano sulle scene i progster tedeschi Mind Odissey, a distanza di ben dieci anni dall’ultimo Signs, e un anno dal best of celebrativo dei quindici anni di carriera. Il nuovo lavoro intitolato (profeticamente?) Time To Change It vede in formazione i due membri originari Mario Le Mole e Dan Uhden con il virtuoso Victor Smolski (Rage) a completarla (entrato a farne parte nel 1993).
La produzione non è pulitissima, il suono non è limpidissimo per essere un album professionale, nonostante si sente bene e tutti gli strumenti sono bene evidenziati e bilanciati. Si storce un po’ il naso ma lo si raddrizza ascoltyando la musica, unica e vera imputata delle colpe o discolpe del gruppo. E su questo fronte non c’è assolutamente nulla di criticabile. Smolski macina riff e assoli sulla falsa riga di quanto fa nei Rage, ma rispetto al suo altro gruppo quì può giocare maggiormente con le tastiere che fanno da ottimo contorno senza mai essere veramente invadenti. La musica è più morbida, e nonostante la fama metal prog del gruppo, risulta troppo canonica e metal oriented per rendarla realmente prog; a poco servono i rincorrersi solistici di chitarra e tastiere per alzare il tiro.
Questo nuovo Time To Change It è in fin dei conti un discreto album di metal melodico con leggere venature prog impreziosite unicamente dal virtuoso chitarrista, ma nulla di più. Troppo poco onestamente.
I brani non hanno grossa presa, si ascoltano con piacere senza però avere quel qualcosa in più rispetto a tanti altri album dello stesso genere. Si deve lavorare più sull’incisività ed efficacia dei brani. Tuttavia graditissimo ritorno sulle scene di un gruppo non troppo noto.