Non riuscirò mai a spiegare quanto sia difficile e significativo lo scrivere questa recensione, sapendo che sarà l’ultima di un gruppo nato per dare emozioni. Difficile per un motivo che è arduo da accettare, ancor più visto il modo in cui si è costretti ad accettarlo, ovvero senza nessuna possibilità di scampo.
Voivod da sempre è simonimo di grande band, è sinonimo di innovazione unita a stilemi musicali personalissimi e pregni di un qualcosa come dire mistico, al quale moltissime band attuali devono moltissimo. Una formazione che viene dal Canada francofono, fra le difficoltà, partita negli anni ottanta con un tipico sound thrash debitore dei maestri sacri della Bay Area, per arrivare a quello che unanimemente è stato definito space metal, ovvero una musica quasi indefinibile, che comprende elementi apparentemente incompatibili usati per creare quella sensazione di “galleggiamento nello spazio” che solo loro riescono a far provare. Insomma, ascoltare un disco come il capolavoro indiscusso “Nothingface” è un’esperienza consigliata a tutti coloro, indistintamente, che amano la buona musica. Poi, nel pieno delle loro funzioni, ecco il fulmine a ciel sereno, la tegola devastante, che ha segnato purtroppo per sempre il destino della creatura Voivod. Piggy, il chitarrista è stato colpito da un cancro al colon. La sua perdita dopo aver lottato strenuamente è stata una delle più significative di sempre, ma il grandissimo musicista invece di lasciarsi andare e piangersi addosso ha ben pensato di lasciare ai propri compagni un’eredità che mai nessuno si sarebbe aspettato potesse essere così preziosa e di qualità. Il suo testamento sono le tracce di chitarra registrate sul suo computer, necessarie per comporre gli ultimi due album, postumi, della band. Ecco che quindi Snake e Away, accompagnati dall’ormai fido Jason Newsted al basso, hanno pubblicato prima “Katorz”, poi questo nuovo e ultimo “Infini”, che già dal titolo lascia intendere la volontà di ricordare il nome dei nostri per sempre.
Chi ha seguito il percorso artistico del combo canadese, sa bene che le ultime tre opere possono essere racchiuse in quella che è giustamente chiamata “era Newsted”, vista l’influenza che ha avuto il bassista nell’economia della stesura dei brani. Ma la sua presenza è stata anche il viatico per riuscire a farsi forza, per donare ai fans le ultime magie del loro compianto eroe, ed ecco che quindi, per l’ultima triste volta, abbiamo il piacere di lasciarci andare fra le note di un lavoro che, come prevedibile e come è quasi sempre accaduto, vince e convince.
Inutile perdersi elencandone le diverse canzoni, chi ha ascoltato “Katorz” e il precedente omonimo “Voivod” sa bene quanto il suono dei quattro canadesi si sia tinto di tonalità rock’n’roll negli ultimi tempi come non mai, pur sempre mantenendo il suo innato spirito spaziale. Una sorta di ritorno alle origini, grazie ad una produzione volutamente grezza e delle strutture delle songs scarne come per voler rimembrare nostalgicamente gli albori e gli esordi. Un percorso che si chiude com’era iniziato, con un prodotto degno di celebrare alla perfezione una conclusione maledettamente già annunciata e accolta con preoccupazione da tutto il mondo del heavy metal e del rock.
“Infini” è un gioiello, che tutti indistintamente devono possedere, non tanto per l’indubbia qualità, ma quanto per il suo simbolico significato, che però nessuno avrebbe voluto dovergli dare. Quello che deve rappresentare questo ultimo capitolo è una sorta di nuovo inizio, che vuole lasciare la porta aperta a qualcuno che potrà essere capace di raccogliere il testimone della piccola grande band canadese, che è stata capace di dimostrare, nel corso degli anni, come tutti possono riuscire a raggiungere il “proprio” successo grazie alla propria forza di volontà.
Con tristezza ma con anche un’enorme soddisfazione, voglio solo, per l’ultima volta, ringraziare i nostri per quello che ci hanno regalato in tutti questi anni, inchinandomi ancora una volta di fronte al genio di un chitarrista che è stato fermato dall’unica cosa che poteva fermarlo, ovvero la natura.
Grazie Voivod, vi ricorderemo sicuramente come ci avete invitato a fare, all’infinito.

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