Dare un’etichetta ben precisa alla musica dei Monochromatic System sarebbe fortemente sbagliato. Fondamentalmente questa band assesta le proprie fondamenta sul metal core, spaziando tra il nu metal e l’industrial, ma senza fermarsi su un qualcosa di ben definito. Quello che più conta, è che siamo di fronte ad un buon disco, ben prodotto e ben suonato, composto da ottime canzoni, semplici ed a volte dalla facile presa, ma comunque eccellenti e capaci di rimarcare in più d’un frangente la palpabile personalità della band. Questo quindi, non è il classico disco dove sai già cosa c’è dentro prima d’ascoltarlo, ma ha la capacità di spiazzare e di non seguire un binario preciso da percorrere. Dura poco a livello di tempo questo prodotto discografico, ma nei suoi quasi trenta minuti di durata rende ampiamente idea di quale sia il talento dei Monochromatic System. Passando al disco più nel dettaglio, si parte con “Drawning”, un intro dai toni affascinanti ed introspettivi allo stesso tempo, la successiva “War”, è un brano massacrante e massiccio, dove partiture aggressive si alternano con un ritornello ipnotizzanti, in “Face To Face” invece, lo stile della band viene ulteriormente estremizzato senza perdere di coinvolgimento. “Inside Your Face” è una canzone intensa, ma anche grintosa e carismatica, “I Know” evidenzia il pregevole contributo del basso e della batteria, mentre “Disturbed” è un episodio privo di alcun punto di riferimento. Con “Doctor For Madness”, i Monochromatic System mettono su musica tutta la propria rabbia e la propria aggressività, dati riscontrabili anche nella variegata “God Save Me From My Self”, tra i momenti tecnicamente di maggiore qualità, la conclusiva “Requiem” infine”, racchiude tutto il talento della band e si dimostra il componimento più ispirato di un disco che scorre fluido e si fa ascoltare con piacere.