I Black Candy Store potrebbero essere il riassunto del rock dei primi dieci anni del nuovo millennio: robusto, grintoso, ma con un pizzico di malinconia ereditata dal grunge. Niente di nuovo, direte voi. Vero, ma questi quattro francesi si fanno apprezzare non certo per l’originalità della loro musica, ma per l’energia che in essa infondono. Complice la produzione che privilegia chitarroni rigorosamente metal e linee vocali rock e la masterizzazione ad opera di Dave Collins (Sting, Quiet Riot, Black Sabbath, Motley Crue, Linkin’ Park e Madonna tra i nomi che sono passati tra le sue mani), il sound che ne esce fuori è piuttosto bombastico e moderno quanto basta per piacere alle nuove generazioni, nonostante la base sia un hard rock che negli anni ’70 non avrebbe sfigurato troppo. Questo si può facilmente evincere da “Wounded”, brano semi-acustico in forte odore di Led Zeppelin e dalla successiva “Humility”.
Ciò che, al contrario, non piace dei Black Candy Store è la ruffianeria estrema di cui sono capaci, mettendo il brano più tirato in apertura come specchietto per le allodole, mentre il resto del disco si assesta su tempi medi che, francamente, dopo un paio di ascolti, stancano parecchio e rendono “Back To The Wall” un disco da dimenticatoio quasi immediato. Personalmente non so quale sia lo scopo di una band quando incide un disco, non avendo mai avuto questa possibilità, ma credo che ci siano due scuole di pensiero: a) vendere tanto e subito; b) vendere poco, ma a lungo. Sono pochi i dischi che sono riusciti a vendere tanto subito ed a continuare in maniera buona nel tempo, giusto una manciata di classici. Invece i francesi in esame preferiscono, a mio giudizio, la prima strada, confezionando un album dal sound che si esaurisce dopo poco tempo. Scelta tutto sommato discutibile in tempi come questi di crisi economica ed in cui ogni fan si fa i conti in tasca prima di sborsare i fatidici 15/20 euro per l’acquisto di un disco, ma tant’è.
Difficilmente questo quartetto francese rimarrà negli annali della storia come miglior rock band degli ultimi anni, vista la concorrenza spietata, per cui date un ascolto preventivo prima di lanciarvi sull’ennesima new sensation (nemmeno poi così new…) lanciata sul mercato dall’etichetta discografica di turno.