Lance King è uno di quegli artisti che trovi spesso in un gruppo oggi, in un altro domani. Ha infatto parte di numerosissimi gruppi tra i quali Defyance, Balance Of Power, Pyramaze, Shining Star, Avian. Lance King è un cantante decisamente versatile, adatto sia al power più spinto che al prog metal più complesso; questi sono infatti i generi musicali da lui preferiti e i gruppi appena citati rientrano appieno in questo range di sottogeneri dell’heavy metal.
Dopo tanti anni di carriera King ha deciso di pubblicare il suo primo album solista, facendosi però aiutare da amici di vecchia data: troviamo quindi Jacob Hansen e Kim Olesen degli Anubis Gate (in veste anche di produttori), Morten Sørensen (Pyramaze e Wuthering Heights), Mistheria (Bruce Dickinson) e svariati altri artisti.
La produzione è impeccabile, e il suono che risulta sembra più quello di un vero e proprio gruppo piuttosto che un debutto solista con gente ospite.
Il primo lavoro solista di Lance King è un concentrato di potenza e melodia, strutturato come un’unica opera e non come una raccolta di nuovi brani a sè stanti. Infatti il concetto dell’album si evolve tutto intorno ai ragionamenti di una persona riguardo i grandi misteri e quesiti che muovono il mondo.
La musica proposta è un power prog di ottima fattura, molto canonico ma allo stesso tempo efficace e che riesce nell’intento di non annoiare e di farsi ascoltare senza stancare. Le ottime doti vocali di Lance King vengono sempre confermate, spaziando in numerose interpretazioni dalla voce più soft a quella più acuta, che in numerose occasioni ricorda quella di Geoff Tate.
Le orchestrazioni e gli intermezzi tastieristici si spartiscono la scena con le chitarre in una complessità degna del migliore prog metal (Dream Theater e Queensryche su tutti), complessità che si alternano efficacemente a soluzioni più semplici e veloci in pieno power speed metal.