Gli svizzeri Adrenaline 101 si propongono come l’ennesima band che segue il percorso tracciato dall’hard rock negli anni ’80 senza considerare tutto quello che è stato fatto successivamente. Immaginatevi un ibrido tra Motley Crue e Kiss ed avrete un’idea ben precisa di come suona “Twelve Steps Program”, primo album della formazione elvetica. Energia a manetta e melodia a iosa, quindi, ma anche estrema prevedibilità e rari momenti veramente memorabili. Ecco, l’aggettivo che forse meglio descrive gli Adrenaline 101 è canonici. Questo non vuol dire che il loro sia un disco spiacevole, ma solo che è già stato sentito un milione di volte in salsa leggermente differente ed i Nostri non posseggono la giusta “botta” per spaccare veramente. Osceno l’interludio rappato di “Push Comes To Shove”, dove il cantante Delon Cyclon da un vero e proprio schiaffo all’hard rock in ogni sua forma, paragonabile a quello dato dall’esperimento Methods Of Mayhem di Tommy Lee, tanto per restare in famiglia Motley Crue.
Quattro parole sul nome dell’album: il programma dei 12 passi è quello che si usa negli alcolisti anonimi per smettere di bere. Forse i Nostri avrebbero dovuto seguirlo meglio, prima di dare alle stampe “Twelve Steps Program”, ma questo è un altro discorso. I testi seguono anch’essi il filone del rock, con la punta nella ballatona zuccherosa “When I’m Gone”, inno alla pochezza di idee del quartetto svizzero.
Insomma, un disco scialbo e che vive sui cliché di un genere che, come minimo, dovrebbe avere grinta ed attributi da vendere, ma che si ritrova ad essere qui bistrattato e proposto senza mordente. Peccato, perché se si decidessero a graffiare quanto basta gli Adrenaline 101 non sarebbero nemmeno male e potrebbero sfruttare il fatto di venire dalla terra dei Gotthard come termine di paragone celebre, mentre con un disco del genere non riusciranno a suscitare un grandissimo interesse nemmeno nei fan delle sonorità legate agli eighties.
Disco dal livello piuttosto basso e carente.