Veri veterani della scena black norvegese, gli Svartahrid, attivi dal lontano 1994 e con all’attivo ben quattro full, di cui due usciti sotto la prestigiosa Napalm Records, tornano dopo due anni di silenzio dal precedente “Malicious Pride”, con questo “ Ex inferi”. Gli Svartahrid sono fieri portabandiera del sound scandinavo, freddo e tagliente, ma che sa apririsi anche a melodie epiche e battagliere, guidate dagli inserti dei synth che non prendono mai il sopravvento, ma che restano sempre in secondo piano, in modo da non appiattire mai lavoro delle chitarre. La grandezza di quest’album, secondo me, sta nel fatto che gli Svartahrid sono rimasti coerenti alla loro natura, certo non inventano nulla di nuovo, la loro musica, sto parlando solo del lato prettamente musicale, è accostabile ai primi lavori degli Enslaved, Frostmoon per intenderci, ma proprio prendendo ad esempio gli Enslaved che con il passare degli anni hanno mutato completamente la loro essenza, contaminando la propria musica fino a far scomparire del tutto le reminiscenza black, gli Svartahrid invece sono rimasti fedeli al suono ruvido e a tratti caotico degli esordi, senza però disdegnare un certo ammodernamento del proprio sound, che tuttavia non ha minimamente intaccato la vera essenza della propria musica. Si hanno così suoni potenti e nitidi, ma allo stesso tempo ruvidi e nostalgici, che conferiscono a canzoni come la title track o “Cursed Seeds Of The Nazarene” e “Fire Hate Kill” un tiro davvero micidiale. Un ritorno in grande stile per i norvegesi, che spero con quest’album riescano a riscuotere maggiore visibilità di quella avuta fino ad oggi.