Nati in Canada nel 2006, gli Artep sono una formazione nelle quali fila militano membri degli Infernal Majesty e Funeral Fornication. “Thy Will Be Done On Earth As I Done In Hell” è l’album di debutto per il quartetto di Vancouver, un disco che contiene al suo interno brani presi dal precedente demo “Fire Of Mortal Deception” del 2007, un paio di brani inediti e i brani contenuti nell’Ep “Black War”. Gli Artep non sono una band innovativa, anzi, ripercorrono pedissequamente il sentiero tracciato dai capostipiti del black metal sinfonico, quali Cradle Of Filth e soprattutto Dimmu Borgir, specialmente quelli di “Spiritual Black Dimension”. Il problema comunque non sta nella poca personalità del combo canadese, ma bensì è da ricercarsi in un songwriting davvero povero di spunti interessanti e soprattutto in una produzione, che nonostante abbia avuto l’apporto di Andy La Roque per il master e il missaggio è a dir poco deficitaria. Partiamo proprio dalla produzione: è così sporca con le chitarre soffocate e a tratti così zanzarose e sature da ricordare quelle dei primi album dei Limbonic Art, peccato che l’ispirazione dei Limbonic Art fosse di ben altro spessore, ma la cosa più fastidiosa, per chi vi scrive, è senza ombra di dubbio il suono del rullante nelle parti in blast beat, così poco convincente da insidiare la palma di peggior suono di rullante a “St. Anger” dei Metallica. Passiamo alle canzoni: fiacche, poco incisive, malgrado si faccia spesso uso dei blast e poco atmosferiche, nonostante gli stacchi sinfonici presenti nell’album. Le strutture sono semplici e ricorrenti, partenza fulminante, break sinfonico/atmosferico, con tanto di voci ultra filtrate alla Shagrath e accelerazione. Un viatico talmente sfruttato che a tratti innervosisce. “Thy Will Be Done On Earth As I Done In Hell” è un album stantio e decisamente svigorito, un lavoro che al sottoscritto non ha lasciato nulla, anzi, solo la noia.