Vengono da Roma e dintorni questi quattro ragazzi dediti ad un gothic metal di stampo molto etereo, se non fosse per una batteria dai tempi tipicamente metal, con tanto di doppia cassa. Musicalmente i ragazzi se la cavano egregiamente, con un buon gusto nella composizione, ma non esenti dai loro difetti: nonostante le buone idee, riff, melodie, sono eccessivamente ripetute, quasi per ostentare una lunghezza per le composizioni che, derivazione di questo, risultano poco varie e povere di una forma definita. Un’altra grossa pecca, anche se mi dispiace dirlo, è la voce. Il cantato di Alessandro è decisamente poco versatile, e spesso cade nel monotono. Una duttilità maggiore sicuramente avrebbe giovato a tutto il lavoro. Tra i brani più azzeccati certamente le ultime due, Bright Sorrow e A Last Kiss, la prima per un buon riff stoppato e catchy, con qualche buon inserto atmosferico, l’ultima per le sue buone idee, anche se sviluppate forse un po’ distrattamente, in quanto la lunghezza della canzone incide molto sul brano nella sua interezza. Concludendo, non mi sento nè di promuoverli nè di bocciarli, perchè se da un lato ci sono ottime idee, soprattutto nelle soluzioni più melodiche e atmosferiche, l’eccessiva ripetitività e il cantato monocorde minano il lavoro. Al prossimo lavoro.