Eccomi qui con Vratyas Vakyas, mente e cuore dei i Falkenbach, e autore di un epic metal dalle tinte folk, come potete leggere nella recensione del suo ultimo lavoro Ok Nefna Tysvar Ty.
Buona lettura!
Ciao Vratyas e, per prima cosa, benvenuto sulle nostre pagine! Ho ascoltato (e recensito) il tuo ultimo lavoro che mi è piaciuto e, soprattutto, mi ha fatto davvero incuriosire su di te.
Come ci si sente ad essere una “one man band”? E perchè invece per questo lavoro ti sei avvalso di alcuni co-musicisti?
Lavorare senza l’aiuto di altri musicisti significa innanitutto avere meno a che fare con dei compromessi. Quando in una band ci sono più di un componente, ognuno vuole aggiungere le proprie idee, e questo porta a compromessi. Questo è il motivo per cui ho voluto mantenere i Falkenbach come una cosiddetta “one man band”.
I tre musicisti ospiti sono tutti componenti dei Vindsval, che
sono sotto contratto con la mia etichetta personale Skaldic Art Prod. Questo è quindi il motivo per cui li conosco da anni, siamo buoni amici e conosco le loro capacità e attitudini musicali. Nessuno di essi comunque partecipa al processo di song writing.
Sette anni sono un bel lasso di tempo, perchè è passato così tanto fra il tuo precendente album e questo nuovo “Ok Nefna Tysvar Ty”?
Cos’è cambiato nel frattempo? Intendo, sia musicalmente che nella tua vita…
Ci sono state diverse ragione. Da un lato sono stato abbastanza impegnato nel tirare su la mia etichetta personale Skaldic Art Prod. Dall’altro lato invece ci sono state ragioni personali che non
voglio spiegare più dettagliatamente. Ovviamente molta gente, principalmente Napalm Records, mi disse che un periodo così lungo avrebbe danneggiato i Falkenbach. Per me questo non aveva
importanza. Per me i Falkenbach non erano mai stati un affare commerciale, e per me la sola ragione era quella di fare uscire un nuovo album non prima che mi sentissi pronto a farlo.
Durante gli anni passati ho potuto vedere dall’interno come questo business “underground” funzioni, e ovviamente il 99% delle persone pensano ai soldi quando parlano di musica. Questo funziona per
le etichette così come per le riviste. Volevo dimostrare a me steso che i Falkenbach non sarebbero mai stati solo un modo per otterenere soldi, e se questo periodo di silenzio mi porterà a minori vendite, è assolutamente ok per me. Questo nuovo album ha necessitato del suo tempo, e gli ho dato tutto il tempo di cui aveva bisogno.
Fortunatamente la Napalm non mi ha fatto nessuna pressione, e alla fine il risultato mi ha fatto capire che avevo fatto la cosa giusta. D’altro lato penso che la gente che ha la sincerità nel cuore non si dimentica dopo solo qualche anno… Musicalmente non molto è cambiato durante gli anni, io credo, dato che alcune delle canzoni su questo album erano piuttosto vecchie e non scritte durante gli ultimi due anni.
Nella mia recensione ho definito la tua musica come “epic/folk”, sei d’accordo con questa definizione o preferiresti un altro genere? E cosa mi dici a proposito del suono che hai realizzato?
Hai ottenuto quello che avevi in mente?
In generale penso che tu abbia ragione per come hai descritto la musica. Il suono del nuovo album è il migliore che i Falkenbach abbiano mai offerto. Patrick Damiani ha fatto un grande lavoro come ingegnere del suono ai Tidalwave Studio. Tenendo in mente che come musicista tu devi cercare praticamente sempre aspetti da migliorare nelle tue registrazioni, io penso che il risultato finale sia circa il 99% di quello che mi aspettavo.
Cosa pensi di Quorthon e dei Bathory?
Non lo conosco, per cui non c’è molto che possa dirti a proposito di lui. I Bathory mi piacevano una volta, principalmente Hammerhear è stato un grande album. Ma da dieci anni i Bathory non sono più un qualcosa che mi interessi.
Quali sono i tuoi ascolti preferiti ora?
I Menhir sono una grande band, che ha fatto uscire delle pietre miliari del pagan metal. Furthest Shore hanno fatto uno dei migliori album epic metal di sempre, secondo la mia opinione. Anche
i Vindsval sono fra i miei preferiti, e i Rivendell, una fantastica band folk black metal. O anche il primo mini CD dei Gehenna, Xibalba, giusto per nominarne qualcuno.
Quali strumenti suoni veramente? E quali pensi che sia il più “naturale” per te?
Sono capace di suonare il basso, la chitarra elettrica, la acustica, le tastiere e infine di cantare. Tutti questi più o meno bene, non certo capacità fantastiche ma comunque accettabili, io credo.
Che cosa faresti per la musica? Hai mai fatto una scelta davvero importante nella tua vita riguardo la musica? Intendo qualcosa tipo “o questo, o la musica”, dove “questo” può essere una ragazza, un hobby, un lavoro e così via…
Una volta ho deciso di lasciare il mio precedente lavoro per dedicarmi solo alla Skaldic Art. A parte questo credo che ogni cosa nella mia vita sia stato compatibile con la musica.
Tu provieni dalla Germania, e la Germania in questi anni si è distinta per essere una vera e propria fucina del power metal, per cui, qual è la tua opinione al riguardo? E ti piace la Germania, anche da un punto di vista non musicale?
Non conosco molto della scena metal tedesca, dato che non sono in contatto con troppa gente, e non sono nemmeno solito leggere troppe riviste ecc. La Germania in generale è davvero un bel posto in cui vivere, a parte alcuni problemi che la maggior parte della Comunità Europea ha dovuto affrontare da alcuni anni. E’ difficile per me immaginare di vivere da qualche altra parte.
Che cosa significa esattamente il titolo del tuo album? Perdonami per la mia ignoranza, ma di che lingua si tratta?
Il titolo è una citazione dall’Edda, è antico islandese e significa, tradotto in inglese, qualcosa come “…and call Tyr twice” (“…e chiamare Tyr due volte”, ndR)
Ora una domanda davvero fuori dal contesto musicale: quali sono i tuoi hobby? Cosa ti piace fare?
Penso che la mia vita personale non dovrebbe essere di alcun interesse. I Falkenbach e tutto ciò che significano dovrebbero rimanere le cose più importanti. Quindi ho deciso di non dare alcuna informazione personale su di me, perchè io sono il solo a stare dietro i Falkenbach, non davanti. La gente dovrebbe interessarsi ai Falkenbach, la musica e i testi, non un culto orientato su di una persona che mi sembra preso dalla musica pop.
Dì ai nostri lettori perchè dovrebbero comprare un tuo disco! (rido, ndR)
Non devono comprarlo proprio per nulla. Chi non ne sente il bisogno semplicemente dovrebbe ascoltare altre band. I Falkenbach provano a trasmettere un messaggio, e chi non è interessato da questi retroscena non dovrebbe comprare nessuno degli album.
E per concludere, ti ringrazio davvero per il tempo dedicatoci e per la pazienza, e ti lascio spazio libero per qualunque cosa ti venga in mente!
Grazie a tutti quelli che hanno supportato i Falkenbach durante gli anni! Supportate le band della Skaldic Art nel modo in cui avete fatto per i Falkenbach, lo meritano davvero!
Visitate www.Falkenbach.de e www.SkaldicArt.de
E per ultimo ma non per importanza, grazie per l’intervista!
Grazie e complimenti per il tuo album!!
Grazie a te per il supporto!