La storica band tedesca torna con il loro ultimo lavoro Stalingrad, lasciandosi alle spalle il loro dodicesimo lavoro “Blood of the Nations” che vedeva la comparsa di Tornillo dei T.T. Quick. Tale presenza è stata confermata anche nella formazione di quest’anno che vede Tornillo alla voce (sostitotore di Udo), Hoffmann e Frank alla chitarra, Baltes al basso e alla batteria Schwartzman. Detto ciò, passiamo al loro nuovo album studio che uscirà il 6 aprile prodotto da Andy Sneape,ma il cui primo singolo “Stalingrad” era già disponibile il 28 Febbraio sul loro canale youtube. Mescolanza di heavy puro, di hard rock un po’ più delineato, presenza di speed, i falsetti di Tornillo, cori posizionati e calcati bene sulle tematiche delle canzoni e non troppo accesi (ad esempio in “Stalingrad” , “Revolution” ed “Against the World”) anche: insomma l’album non si apre in maniera eccezionale secondo i miei canoni, però riflettendoci bene, contando anche gli anni che passano, direi che è un lavoro buono. Io sono rimasta ancora agli Accept di Udo, quelli di Balls to the Wall o di Metal Heart, ma forse sono un po’ nostalgica di certe atmosfere. Comunque analizzandolo nel complesso non è un lavoro da bocciare assolutamente, c’è carica anche se moderata. Alcuni pezzi funzionerebbero molto bene da colonna sonora da film d’azione, quindi il loro perché è la loro sostanza ce l’hanno, in particolare “Hellfire” mi piace moltissimo, soprattutto per il ruolo poco fa citato ed inoltre credo che sia il cardine della buona riuscita e maggiore rivalutazione dell’album ..tant’è vero che a seguire c’è “Shadow Soldiers” è una gran bella sorpresa come track , ed è secondo me quella che da vera carisma e che lo spezza dalla prima parte un po meno brillante (quella prima di “Hellfire”), alla seconda, decisamente molto più “significativa” e molto più carica e pungente. Insomma un album non certo capolavoro, ma nel complesso buono.