Sappiamo bene tutti che la musica, specialmente quella metal, non abbia limiti geografici e mi sarei aspettato di tutto tranne di dover recensire una band proveniente dal Sud Africa. La band in questione si chiama Agro, attivi da ben 15 anni e conosciuti in terra europea solo recentemente grazie ad un contratto con la tedesca Armageddon.
Il genere proposto da questi ragazzi è un thrash metal abbastanza scolastico, dove si cerca di inserire varie influenze tentando di raggiungere l’intento di andare oltre i confini che un genere come il thrash metal impone. Il risultato purtroppo non è soddisfacente; per prima cosa non convince il cantato di Cliff Crabb troppo ancorato ai vocalizzi di Chuck Billy periodo “Demonic”, e l’uso delle tastiere è fuori luogo, a tratti sembra di sentire alcune soluzioni adottate dagli In Flames degli ultimi album, una scelta che andrebbe premiata per il coraggio ma che tuttavia rende le canzoni poco dinamiche. L’album non è da buttare del tutto, canzoni come “Carpe Diem”, “10 x Over”, “C7511” e “Willowmore” dimostrano delle buone idee e premiano lo sforzo da parte della band di creare qualcosa di più personale, ma rimango dell’idea che per raggiungere determinati livelli bisogna lavorare di più sulla stesura dei pezzi, altrimenti si correrebbe il rischio di essere conosciuti i solo per la provenienza piuttosto che per le proprie capacità.