Avevo ormai dato per morti e sepolti i torinesi Airborn, quando mi trovo all’improvviso un loro nuovo lavoro negli scaffali dei negozi intitolato Legend Of Madog. Li avevamo lasciati con l’ultimo D-Generation nel 2003, a distanza di sei anni la curiosità su cosa avrebbero proposto era veramente tanta.
I nostri ci hanno sempre abituati ad album sostanziosi, con un alto numero di tracce e questo nuovo non è da meno contenendone ben sedici, tutte allineate su un power metal di chiaro stampo tedesco chiaramente influenzato dai maestri del genere come Helloween / Gamma Ray.
Non c’è da aspettarsi nessuna clamorosa evoluzione stilistica dunque, quanto una forte maturità di intenti su cosa si vuole ottenere e su come farla. Hanno lasciato alle spalle produttori ed etichette varie, hanno abbandonato tutto e tutti per realizzare un prodotto decisamente più personale, almeno per quanto concerne il suono. Tutto in nome sembra della libertà assoluta.
Chi si aspetta quindi il tipico Iron Savior style di D-Generation e Against The World rimarrà pertanto sorpreso. Piet Sielck in quegli anni veniva chiamato da svariati gruppi alla produzione, ma peccava nel voler a tutti i costi far assomigliare qualunque gruppo al suo, quasi a voler essere un canone di paragone nelle recensioni dei gruppi da lui prodotti.
Bene gli Airborn ora suonano Airborn! La musica risulta meno forzata, il termine di paragone si ferma al power metal tedesco (cosa che per molti vorrà dire l’ennesimo gruppo power ma non a me), per il resto in Legend Of Madog ci troviamo di fronte a sedici tracce scritte e suonate quasi in casa, ma sempre professionalmente (i suoni sono ottimi così come la registrazione), in cui è evidente la forza e volontà del gruppo a farsi notare. Questo ultimo aspetto è servito al gruppo di Torino di riuscire a strappare una distribuzione se non mondiale, almeno nei più importanti paesi.
La forza del gruppo risiede nella varietà della loro proposta musicale; si rimane sempre in ambito power ma si cercano soluzioni diverse passando anche in brevi accenni thrash, speed e più semplicemente heavy riprendendo in mano gli ultimi venti anni di heavy power europeo. Certo ci sono delle sbavature quà e là, ma questo Legend Of Madog può essere considerato una sorta di nuovo debutto, con tutte le limitazioni del caso. I quattro torinesi si sono rimessi in gioco dopo tanti anni e i presupposti sono decisamente incoraggianti. Bentornati Airborn.