Ad un anno di ritardo della sua uscita, un disco che fa ancora discutere, causa ancora rumore e gira con vigore e senza interruzioni negli hi-fi di chi ha avuto il piacere di trovarsi sulla sua strada. Questo e molto altro è ‘Words That Go Unspoken Deeds That Go Undone’: lavoro lungo, intricato, pieno, che restituisce all’universo metal una band sempre più in forma e sicura dei propri mezzi.
Gli ‘Akercocke’ ritornano sulle impronte solcate dal precedente ‘Choronzon’ ma, rattoppandone i maggiori difetti ed ossigenando sempre più la propria voglia di osare, restituiscono un disco rischioso nelle intenzioni, ma perfettamente riuscito e fascinoso nei fatti. E’ così che gli ingredienti presi in prestito dalla tradizione metal moderna , su concessione di brutal death tecnico ed un black emotivo e graffiante, si mescolano con suoni disparati ed all’apparenza dissonanti in strutture oblique, spiazzanti ma strettamente coese ed azzeccate. Interventi, dunque, che partono dal fare asimmetrico e beffardo degli ultimi Arcturus, passano per influssi gotici intimi ed emozionali ed arrivano in tecnicismi e cambi di tempo di matrice progressiva. Come lecito sospettare, il rischio della cacofonia attende, paziente, dietro l’angolo ma l’occasione di fare la sua comparsa è negata in ognuno dei dieci brani che caratterizzano quest’opera. Brani temporalmente e materialmente incollocabili ed inseparabili, il cui effetto va gradito in toto ed in un unico, sorprendentemente leggero vista la durata, respiro. Un respiro intenso, senza vuoti che ne intacchino l’effetto e che lo avvicinano alla perfezione pur dando la leggera sensazione che qualcosa di indefinibile possa essere ancora migliorato. Accorgimenti sicuramente fuori dal tecnico, vista l’abilità dei quattro, nè qualitativo, data la loro perizia e la produzione da cui sono supportati, ma di alchemico da scavare tra la sabbia delle proprie immense e palesi risorse per divenire definitivamente intoccabili. Si rimane in attesa, totalmente soddisfatti del “diversivo” costituito da questo quarto, stupendo, episodio, aspettando nuove gradite sorprese.