Questo demo degli Alchem è un lavoro che si lascia ascoltare, ma che a mio avviso non riesce ad elevarsi molto al di sopra della sufficienza. La musica proposta dalla band è un gothic/dark tendente al pop (le influenze progressive citate nel flyer, dove si parla di King Crimson, sinceramente non le ho trovate) che si esprime al meglio nei momenti più acustici (“Santiago” e “You will call my name”) e che invece convince decisamente di meno nei pezzi più “distorti” (“Something bleeds” e “Little scorpion”), complice anche la produzione scarsa che sulle chitarre elettriche rende decisamente poco (il che ad un demo si può perdonare, ma che ha comunque l’effetto di abbassare la “resa”). La voce di Annalisa tra l’altro non è male, mi ha ricordato molto Lee Douglas (che in passato aveva collaborato con gli Anathema e che recentemente è entrata nella band in questione), inoltre le canzoni sono tutto sommato piacevoli e da questo punto di vista grossi problemi non ce ne sono. A questo punto il consiglio che mi sento di dare agli Alchem è quello di proseguire lungo la scia dei loro pezzi meno ruvidi e più evocativi e di cercare di ottenere una produzione migliore che valorizzi le canzoni, perchè quella attuale penalizza parecchio tutte le composizioni.