Alex Beyrodt è un altro di quei musicisti impegnati in mille progetti paralleli che, a conti fatti, non riesce a fare a meno di una propria carriera solista. Il lungo crinito chitarrista tedesco è, infatti, sia il fondatore dei Silent Force che dei Sinner (ovviamente assieme a Mat) e non pago presta volentieri il suo operato ai Primal Fear durante le esibizioni live. Nel bailamme di un’uscita discografica e l’altra, Alex è riuscito a gettare le basi di questo suo primo lavoro solista, dal titolo ‘Voodoo Circle’.
Probabilmente siamo dinanzi alla realizzazione di un sogno, infatti le note biografiche parlano di un vero e proprio tributo a compagini come Rainbow, Deep Purple e Malmsteen, da sempre influenze fondamentali facilmente riscontrabili nel suo modo di suonare e comporre. Nel far questo, Beyrodt si circonda di musicisti di assoluto spessore e nello specifico recluta al basso l’onnipresente Matt Sinner, alla voce David Readman dei Pink Cream 69, alle tastiere Jimmy Gresic (Steve Lukather) e alla batteria addirittura Mel Gaynor dei Simple Minds. Ospiti d’onore il cantante Doogie White (Rainbow, Malmsteen) e il bassista Rudy Sarzo (Ozzy Osbourne, Dio, Quiet Riot). L’operazione, interessante sulla carta, delude in parte le aspettative proprio in virtù della sua totale mancanza di personalità. Il talento dei musicisti e l’estro funambolico del buon Alex non sono messi in discussione, mentre il songwriting di ‘Voodoo Circle’ presta più volte il fianco a critiche più che legittime. Innanzi tutto, ogni singola nota di questo lavoro è prevedibile: gli stilemi del metal classico, anche quando questo assume sfumature hard rock, sono riproposti con fare quasi idolatrico e quasi mai strappano un genuino sussulto all’ascoltatore. Certo non mancano episodi di un certo interesse (‘Spewing Lies’, ‘Kingdom Of The Blind’) ma viste le premesse iniziali francamente era lecito attendersi qualcosa di più.
Quando ogni cosa diventa prevedibile, tutto si trasforma in un puro (e inutile) esercizio di stile…