Pur soffrendo di una line up particolarmente instabile i finlandesi Altaria hanno visto negli anni lievitare costantemente la loro popolarità e le loro vendite, tant’è che per accontentare la continua e crescente richiesta dei primi due lavori ormai esauriti Marko Pukkila e soci hanno ben pensato di pubblicare questo “Divine Invitation”, compilation che ci ripresenta ben dieci tracce dei lavori appena menzionati, due inediti decisamente più hard rock oriented col nuovo cantante Marco Luponero (ex Terrorwheel) e ben sette estratti dei demo “Sleeping Visions” (2001) e “Feed The Fire” (2002). Il tutto ad un prezzo contenuto.
Favorevolmente predisposto da queste premesse, e leggendo nomi del panorama più o meno power noti un po’ a tutti (Jouni Nikula dei Requiem, Emppu Vuorinen dei Nightwish, Jani Liimatainen dei Sonata Arctica, Taage Laiho dei mitici Kilpi), mi sono avvicinato al disco con discreta curiosità. Essere sopravvisuto indenne ai settantadue minuti che costituiscono questa compilation mi fa orgogliosamente affermare di essere pronto a qualsiasi altra prova di resistenza al powerame più mediocre e piatto che il mercato possa impunemente mettere in circolazione. Brani banali, ripetitivi, estenuanti, che le buone prove strumentali di Aho, Alanen, Liimatainen e Vuorinen provano costantemente a risollevare, altrettanto immancabilmente fallendo. Impersonali e derivativi, gli Altaria risultano alla fine rabbiosi senza mordere, incisivi senza offendere, travolgenti e inarrestabili senza mai coinvolgere. Possono solo le buone melodie avere determinato il successo e le vendite degli Altaria? Aspettando che qualcuno mi spieghi i meccanismi di un mercato che in mancanza di originalità dovrebbe almeno premiare la qualità non posso che limitarmi a consigliare il lavoro in questione ai soli fan del gruppo, che troveranno opportuna la spesa. Gli altri si astengano o tastino attentamente il materiale prima dell’acquisto.