Il mini tour italiano di Amanda Somerville si è rivelato una ghiotta occasione per scambiare quattro chiacchere con la cantante americana; accompagnata da una band di giovanissimi, Amanda ha incantato per due sere il numeroso pubblico accorso ad ammirarla, attingendo a piene mani dai suoi lavori solisti e dalla recente collaborazione con Michael Kiske. Comunque la si voglia vedere, quella vista in Piemonte è una Somerville tutta da scoprire, alle prese con sonorità atipiche rispetto a quelle che l’hanno resa famosa negli ultimi anni. Due cose però restano immutate: il suo incredibile talento e l’affetto incondizionato mostrato verso il pubblico; vederla alle prese con la vendita dei suoi CD, così come dedicarsi ai fan per le foto e gli autografi di rito è, a suo modo, uno spettacolo.
Ciao Amanda, la prima domanda sorge spontanea: perchè un posto come Omegna, placida località di provincia a ridosso dei laghi, piuttosto che una location prestigiosa come la vicina Milano o Roma?
Beh, è nato tutto da quella signora lì (indica la promoter, ndr)…mi ha contattato lo scorso anno dato che aveva questo serie di eventi da tenersi in queste piccole venue… voleva portare la mia musica nel Nord Italia mi chiese se ero ineressata a suonare e ho trovato la proposta subito interessante. Così lo scorso anno ho suonato a Domodossola, quest’anno mi è stato chiesto di nuovo per Canobbio e Omegna. Eccomi qui! adoro le piccole venues come questa, c’è molta intimità e la platea è decisamente calda, in una parola ci si sente più liberi! Posso fare qualsiasi cosa, dal rock duro alle atmosfere soft. Adoro questa dimensione!
Il tuo materiale solista sembra essere fortemente influenzato dalla musica americana, sembra quasi che tu riscopra le tue origini…
Assolutamente. “Windows”, il mio ultimo disco, ha avuto una gestazione di almeno cinque anni, ben prima del mio definitivo ingresso nella scena metal, ecco perché copre uno spettro musicale così ampio, è nato in un periodo di piena metamorfosi per me, sia come musicista che come persona…sai, penso che che si dovrebbe trovare il coraggio di cambiare, crescere e trovare la propria strada, e la mia beh, mi ha portato dove sono adesso, ma le radici sono sempre quelle e sono sempre lì! E’ un po’ come crescere tanti fiori differenti sul balcone, capisci?
Puoi raccontarci invece come è nata la collaborazione con Michael Kiske?
L’idea è stata di un “Italiano” (lo scandisce forte e chiaro, ndr) Serafino Perugino, il boss delle Frontiers Records, che ha lavorato con Michael Kiske in vari progetti, un giorno se n’è uscito con questa idea di fare un duet album e ha incaricato Matt Sinner (bassista dei Primal Fear, ndr) di curare la parte musicale, la produzione, di reclutare i musicisti etc. da lì mi ha contattata chiedendomi se ero interessata ed ovviamente sì che lo ero, dopotutto mi è sempre piaciuto affrontare nuove sfide…e poi beh, ho lavorato con Michael Kiske per anni indirettamente, finalmente adesso posso cantare con lui!
Potendolo fare, ruberesti qualcuna delle sue caratteristiche?
Assolutamente no, è giusto che ogni artista rimanga sé stesso nella sua unicità. Si può crescere comunque senza necessariamente rubare questa o quella caratteristica a qualcuno…vedi, la cosa interessante dell’ album è che pur avendo io e Michael due stili completamente differenti, riusciamo comunque ad amalgamarli bene assieme. Lo ascolti e dici: “Wow, carino, suona bene!”. Sì, mi piace parecchio.
Il successo del 2010 è stato indubbiamente il ritorno di Michael Kiske e credo che sia tu che Tobias Sammet abbiate contribuito in maniera significativa…
Beh…non saprei! (ride, come se la sapesse lunga…ndr) mi sono sentita davvero felice quando Michael ha deciso di tornare in tour con noi; mentre eravamo impegnati con le riprese del video di “Silence” continuavamo a dirgli “Michael devi assolutamente tornare on stage, è troppo divertente!” e lui apostrofava “beh non so, ci devo pensare”…e alla fine invece…è successo!
Hai collaborato con cantanti come Roy Khan, Sammet, appunto Kiske e poi gli Epica…di tutti i tuoi partner musicali, ce n’è uno che preferisci?
No perchè sono tutti speciali e a loro modo unici, hanno tutti una sensibilità diversa dall’altra e rappresentano tappe fondamentali del mio percorso artistico; ognuno di loro ha un posto speciale nel mio cuore. Sono un po’ come dei figli, capisci?
Sì ma forse non è il caso di dirglielo…
Ti immagini? “Siete tutti miei figli” ah ah ah!
Gestisci direttamente i contatti con i fan, posti i video su Youtube, aggiorni Twitter e ti occupi direttamente del merchandising….dove trovi l’energia per occuparti di tutto questo? Non avresti bisogno di persone che ti aiutino in questa attività?
Certo! Sto giusto cercando qualcuno che mi aiuti! Puoi aiutarmi?
Eccomi quì!
(risate generali) Scherzi a parte, porta via un sacco di tempo ed energie ma credo faccia una parte della vita del musicista. E’ parte di me, di ciò che faccio, mi piace stringere i contatti con il mio pubblico, e anche se non la parte strettamente legata al business non mi entusiasma devo farlo, dopotutto se non lo facessi io, chi se ne occuperebbe? Magari un giorno chissà…ma ora proprio non so, anche perché sono una persona piuttosto accentratrice, come ho fatto anni addietro per la storia del logo…
A proposito, è molto bello. Che significato ha?
Ci sto giusto arrivando… (ride) ho descritto ad alcune persone le idee che avevo in mente: volevo associare le mie iniziali con qualcosa di femminile, magari attinente ai fiori,ma anche a qualcosa di duro e spigoloso che richiamasse la componente metal…ho lavorato con molta gente che ha cercato a più riprese di trovare il disegno giusto ma…mhhh, niente di niente….così a un certo punto mi sono detta: fa niente, me lo disegno da sola. Ed eccolo lì!
Ho avuto l’impressione che tu fossi un po’ in secondo piano durante l’ultimo tour di Avantasia…
Sono parte della band e in un certo senso ricopro due ruoli, quello di “strumento” e di guest singer. Qualcuno può pensare che mi limito a stare nelle retrovie, ma in realtà mi sento assolutamente parte integrante della band.
Quali sono i tuoi programmi adesso? Andare a letto? Aftershow party? (risate)
Oh no,magari! Ci godremo le nostre ultime ore in Italia e domani voleremo in Germania! Ciao a tutti!