Fresco e piacevole, quasi estivo, questo nuovo concept degli Amorphis chiude la trilogia iniziata con Eclipse e Silent Waters.
Basato ancora sul poema epico Kalevala, Skyforger narra le difficili e struggenti vicende di Ilmarinen, fabbro che ha forgiato il cielo nella mitologia finlandese. Ilmarinen è anche colui che forgia il Sampo, una macina magica in grado di produrre ricchezze e felicità a chi lo possiede. Ed è con una stupenda e intensa Sampo che prende inizio questo poema musicale ricreato dagli Amorphis, i cui testi si rifanno alle poesie tradotte alla pagina http://www.amorphis.net/?page_id=230.
Emotiva e calda, aggressiva a tratti, la voce di Tomi Joutsen è perfetta, e a lui si affianca Marco Hietala dei Nightwish per i cori di Silver Bride e della stessa Skyforger.
Il tocco finlandese folk e melodico impregna l’album, che per quanto non sia mai molto heavy invita a più e più ascolti. C’è qualcosa che, nel ritmo fluido ma non veloce, nei toni dolci e nella struttura dei brani è prettamente finlandese, non saprei come altro definirlo: viene fuori sopratutto in Silver Bride, From The Heaven Of My Heart e Majestic Beast. Quest’ultimo brano, più complesso, con growl, più aggressivo ma sempre cantilenante, risulta a mio avviso la migliore opera del disco. L’accento si sposta invece più sul pop/prog in Sky Is Mine e My Sun, le quali fanno perdere sapore e banalizzano un pochino l’opera.
Pulita e impeccabile la produzione. Molto buono lo spazio lasciato ai fiati, evocativi e soavi in Highest Star, nella potente ed epica Skyforger, e nella ottima chiusura di From Earth I Rose, che riassume bene gli elementi folk, melodici e growl del disco.
Forse l’unica pecca è proprio la mancanza di pezzi che rimangono marcatamente impressi, poco ardire sperimentale, e la sensazione finale di impalpabilità: un sapore piacevole sul palato ma dimenticando cosa esattamente si ha mangiato… Ma in generale la prima parola che mi viene in mente è classe. Tanta classe.