“Flames Everywhere” è il disco con cui debuttano su My Kingdom Music gli And Harmony Dies, band italiana autrice di un album che si muove su binari black/avantgarde. Il progetto è senza dubbio ambizioso e il gruppo tenta di miscelare insieme tantissimi elementi, il risultato purtroppo non è, secondo me, del tutto riuscito. Tra le varie tracce (ed anche all’interno delle stesse) si passa infatti da momenti estremi a momenti fortemente elettronici, senza disdegnare aperture melodiche, il cantato è piuttosto vario (ma in diversi casi a mio avviso decisamente poco convincente) e le atmosfere si fanno spesso “sornione”, il tutto non è purtroppo ben amalgamato. L’ascolto risulta infatti non sempre soddisfacente a causa di composizioni un po’ troppo caotiche e che alla fine mi sono parse un po’ immature. Non aiutano l’ascoltatore nemmeno i 20 minuti abbondanti della conclusiva cover di “At War With Satan” dei Venom, ai quali si arriva già stremati (e un po’ annoiati) e che danno la mazzata finale a chi si accinge ad ascoltare il disco per intero. Dal punto di vista dei testi ci troviamo di fronte ad un concept album che narra la storia (probabilmente autobiografica, a giudicare da alcuni accenni presenti nei testi) di un ragazzo che, rifiutato il Cristianesimo, si rifugia nell’esoterismo per diventare poi satanista ed infine abbandonare anche quei lidi dichiarandosi fedele solo a sè stesso. La svolta finale del concept sarebbe anche interessante, tuttavia è stata poco sviluppata, infatti come nella maggior parte dei dischi con queste tematiche il grosso dell’attenzione è puntato sugli aspetti esoterico/satanici (come si può notare anche dall’artwork) più che sul superamento di essi, il che è un peccato perchè l’immaginario diventa così principalmente lo stesso di tanti altri dischi, mentre poteva avere invece un punto di vista nuovo e più originale.
Insomma, “Flames Everywhere” è un disco molto ambizioso che purtroppo (mi dispiace sempre bocciare un disco in cui si nota quanta fatica c’è stata dietro) a mio avviso non riesce nel suo intento, tuttavia qua e là si scorgono segni di idee interessanti (mi sono piaciuti i parecchi stacchi dalle atmosfere “sornione” ed in qualche modo ilari) ed ho la sensazione che gli And Harmony Dies, cercando di focalizzare meglio le composizioni (soprattutto dal punto di vista vocale, che spesso mi è risultato davvero indigesto) e distaccandosi un po’ dall’abusato immaginario esoterico già tante volte visto, potrebbero fare molto meglio.