Andrea Baroni, artista italiano noto ai più per la sua militanza nella metal band Icycore si ripresenta sul difficilissimo mercato discografico col suo quarto lavoro solista, e che, devo dire, rispetto i precedenti ha una maggiore visibilità grazie all’ottima promozione della Two Side Moon.
L’album riflette, come i precedenti, il suo lato prettamente sperimentale nel quale il nostro cerca di riversare con maestria tutto quello che ha appreso negli anni, come ascoltatore prima, come studente in musica e Computer Science e musicista poi. Possiamo quindi trovare vaghi richiami a quel prog psichedelico ed evocativo anni settanta, che tanto ha fatto bene al genere producendo artisti quali Kevin Moore, che in seguito alla fuoriuscita dei Dream Theater proseguirà con ostinatezza in una musica fatta di campiionamenti vari e atmosfere surreali. Quest’ultimo artista deve, con molta probabilità, essere un punto di riferimento di Andrea che ne ha recepito gli insegnamenti facendoli suoi e creando qualcosa di assolutamente magico.
Le tredici tracce sono tra di loro legate da un unico denominatore rappresentato dalla tematica, per certi versi molto ottantiana, in cui il nostro mondo viene o distrutto o modificato da stravolgimenti tali da far sì che Madre Terra debelli il suo cancro, l’uomo.
Le atmosfere create da Baroni riflettono quindi egregiamente queste tematiche risultanto efficacemente tristi e malinconiche, e riflessive su ciò che ci potrebbe succedere da qui a non troppo tempo, considerata l’età della Terra. Siamo solo di passaggio e cercare di restarci il più possibile non sarebbe cosa malvagia. Questa riflessione viene accentuata da un parlato filtrato con un suono come di un vecchio disco in vinile che pian piano svanisce.
Suggerisco a chi sta leggendo di andare direttamente sul sito dell’artista, scaricare gratuitamente i precedenti album, e fare proprio questo nuovo. Per i metallari più oltranzisti, quelli che devono avere chitarre a tutti i costi evitaranno come la peste quest’album a meno di essere mentalmente aperti a sonorità più ampie con grandi orchestrazioni, suoni dance e non, chitarre accennate. Ma soprattutto grande Musica.