Dischi come “Cell 666” confermano che il “trend” diffuso nella scena black metal dai Dimmu Borgir all’epoca di “Enthrone Darkness Triumphant” non è ancora passato. Gli Apostasy, oltre ad arrivare fuori tempo massimo, ce la mettono tutta per accattivarsi le antipatie anche di chi questo genere lo adora, avendo realizzato una mera e poco ispirata copia delle sonorità che hanno reso noto il gruppo norvegese di cui sopra.

Basta ascoltare l’iniziale “Crowned In Thorns” per provare la fastidiosa sensazione di già sentito. A discapito degli Apostasy, poi, non si può non rimarcare il fatto che questa sensazione riaffiora spesso nel disco. Ciò azzera man mano le possibilità di ascoltare qualcosa di veramente personale all’interno di questo platter.

Inoltre, gli Apostasy dimostrano poca personalità affidandosi ad una produzione estremamente pulita, innocua e priva di mordente. Particolarmente negativo è il ruolo delle tastiera con suoni di dubbio gusto e giri stra-abusati. Qua e là gli Apostasy riescono ad azzeccare il riff/arrangiamento incisivo, ma è comunque poca roba che si perde in una realizzazione generale sotto la media.

Il black metal sinfonico suonato dal gruppo non aggiunge niente a quanto già sentito e tra l’altro risulta ben datato visto che Dimmu Borgir e soci hanno raggiunto da tempo un livello compositivo ben più avanzato e sfaccettato. L’idea di black metal che gli Apostasy propongono è veramente poco interessante.

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