“The Story Of My Immor(t)al Life” si presenta in modo molto pretenzioso, con un flyer che ripercorre la storia degli Archangel glorificandoli fin troppo e lasciando largo spazio agli studi di Archangel sull’intonazione a 432 Hz, sottolineando quanto questo sia il primo album metal ad usarla completamente e su quanto tutto ciò dovrebbe migliorare la percezione dell’ascolto.
Al di là di queste sbrodolate, il lavoro è piuttosto gradevole e di piacevole ascolto, ma sicuramente non è nulla di sconvolgente. La musica più che metal è un electro goth con qualche influenza EBM che mi ha ricordato parecchio i Dope Stars Inc. (e non a caso nel mixaggio c’è lo zampino di Victor Love dei suddetti), sebbene qua la componente glam sia molto meno presente. I pezzi sono tutti piacevoli (compresa la cover di “Sweet Harmony”) e non ci sono particolari picchi o cali di qualità, per cui l’ascolto fluisce senza problemi dall’inizio alla fine.
Gli amanti di queste sonorità probabilmente apprezzeranno “The Story Of My Immor(t)al Life”, tuttavia non mi pare che gli Archangel abbiano sfornato un lavoro capace di rimanere nella memoria per gli anni a venire.