Chiuso per sempre il capitolo Marillion, Mick Pointer recluta il fenomenale Clive Nolan e fonda gli Arena.
Dopo dieci anni di ottimo progressive rock in tinta metal, i nostri decidono di fare un primo punto della situazione, rilasciando per la Verglas Music la raccolta antologica “Ten Years On 1995 – 2005”, una decina di brani tra i più rappresentativi dell’intera carriera discografica di casa Arena. Nasce così, dall’esigenza di dare una forma concreta a quanto di buono fatto sinora, una scaletta davvero azzeccata e completa, assolutamente lungimirante sotto l’aspetto quantitativo, con oltre settanta minuti di musica, e qualitativo, con i brani più belli ed emozionali quasi tutti al completo.
Apre “Smoke & Mirrors”, dall’ultimo “Pepper’s Ghost”, e lo fa in maniera inappuntabile, spianando la strada alle successive “Skin Game”, cadenzata e melodica, e “The Hanging Tree”, assolutamente fantastica nei suoi rimandi malinconici. Segue l’enigmatica ed oscura “The Butterfly Man” ed il primo dei due inediti, la versione live di “Chosen”. L’altro pezzo spacciato per inedito è il monumentale “Empire Of A Thousand Days”, in questa sede cantato dal nuovo singer Rob Sowden ma originariamente presente sul capolavoro “Pride”. Seguono altri pezzi di grande spessore come “Salamander”, direttamente da “Contagion”, e la suite conclusiva “Solomon”, brano letteralmente sublime, il quale chiude da far suo l’intero lavoro.
“Ten Year On” è, al dispetto di molte colleghe d’avventura, un’ottima raccolta antologica. Con neanche una dozzina di brani a disposizione, gli Arena hanno cercato di ricostruire le tappe fondamentali della propria carriera discografica e quelle, ancor più importanti, della propria maturazione artistica. Un lavoro completo e magari non eccessivamente generoso, dunque, che si può consigliare anche a coloro che si avvicinano per la prima volta alla band inglese.