Sul finire degli anni ottanta il mercato discografico viene scosso dalle vendite stratosferiche di un nuovo gruppo denominato Asia con i primi due album, uno omonimo e l’altro Alpha.
Dal primo album il gruppo ha poi sempre simpaticamente intitolato gli album con una parola che inizia e finisce con la lettera A.
L’album di cui voglio parlare è il loro terzo, ossia la cosiddetta “prova del fuoco”, l’album della maturità. Ma hanno bisogno di maturare veterani quali Geoff Downes, ex Buggles (famosissiama la loro “Video Killed The Radio Star”) e ex Yes, Carl Palmer, ex Emerson, Lake & Palmer, John Wetton, ex King Crimson, UK e svariati altri gruppi? Io direi proprio di no. Per non parlare del fatto di tanti altri grossi nomi del rock progressive mondiale che hanno fatto parte degli Asia.
Astra è un album molto particolare, a tratti pop, a tratti rock, a tratti prog. Questa in effetti è sempre stata la caratteristica fondamentale del gruppo capitanato da Downes, ossia non rimanere ancorati al prog rock, ma avere melodie a volte anche AOR, mielose che hanno sempre strizzato l’occhio a melodie da classifica come in “Rock And Roll Dream”, “Love Till Eternity” o “Suspicion”.
La calda voce di John Wetton ci accompagnerà però anche in brani più impegnati riguardanti guerre e possibili autodistruzioni dell’umanità come in “After The War” e “Countdown To Zero”, sorretto dalle indispensabili tastiere di Downes.
Nonostante tutta la qualità presente in Astra, gli Asia si sono trovati scaricati dalla loro etichetta, la Geffen, perchè non aveva venduto il qualche milione di copie che loro volevano. E qualche milione di copie sono comunque state vendute…
Comunque sia, gli Asia sono sempre qui a sfornare sempre degli ottimi album, anche molto diversi tra loro ma con il loro inconfondibile stile a metà tra l’AOR e il prog rock. Se non li avete mai ascoltati, fatelo, non ve ne pentirete.