Una band capace di utilizzare, con perizia e fantasia non trascurabili, i propri strumenti per divertire e divertirsi. E’ questa la prima sensazione dettata dal debutto discografico degli italianissimi Atomic Ants targato, ancora una volta, Copro Records.
‘Keep Cool And Dry’ è, anzitutto, un disco gradevole e godibile che tra melodiche strofe, ritornelli catchy e qualche tentativo di spezzare il tema, si mantiene su livelli sempre dignitosi. La tradizione musicale dalla quale trae ispirazione la formazione in questione è quella del funk-rock molto in voga negli anni novanta. Il fantasma dei Red Hot Chili Peppers pre-‘Californication’ (‘Mother’s Milk’ e ‘One Hot Minute’ su tutti) resta in agguato per gran parte delle composizioni presenti nel disco, per poi emergere con decisione in alcune sortite del buono stile vocale di Junior e in stacchi forgiati a misura sull’esempio della band californiana. Non essendo queste le uniche e peculiari caratteristiche dell’opera, timori e sospetti dell’ennesimo plagio possono essere messi da parte. Le composizioni sono tutte naturalmente ispirate, varie e personali con l’ottimo frontman che finalizza il buon lavoro strumentale della band portando alla luce, con la sua profonda ugola, echi del già citato Kieds, dell’ultimo Cornell e dei primi gemiti del crossover. Poco invasiva, poco derivativa e molto naturale, l’influenza del genere in questione è, infatti, molto radicata all’interno di un disco che, senza vergognosi sbeffeggiamenti, chiama spesso in causa i seminali Faith No More. Produzione di tutto rispetto ed una forma canzone abbastanza regolare, che esige una melodia ricorsiva e ricorrente tanto da sfociare in qualche simil-ballad, completano un quadro musicale deciso e rispettabile.
Una durata forse eccessiva per un disco del genere e qualche traccia di disorganicità, emergente nelle ultime battute, abbassano leggermente il tiro di un’uscita, sempre e comunque, meritevole di rispetto ed ennesima testimonianza di un’indiscutibile floridità del suolo musicale italico.