Ritorno in grande stile per gli spagnoli Avulsed, band che ha alle spalle ben 11 anni di carriera e che ha sfornato un altro grandissimo album, con una produzione davvero eccellente. Come di consueto la copertina è violentissima, anche se non raggiunge l’effetto di quella del precedente “Stabwound Orgasm” e forse puo’ fuorviare visto che non si tratta di una band dedita ad un brutal death sfrenato ma piuttosto incline a trattare tematiche come cadaveri e scene molto gore.
E’ un po’ imbarazzante, vista la loro lunga storia, ma per chi non li conoscesse oserei definire la loro musica come un miscuglio dei Cannibal Corpse meno veloci con influenze ritmiche dei Bolt Thrower… a queste si affiancano delle loro personali sperimentazioni che ci vengono proposte in questo nuovo “Yearning For The Grotesque”. Le piu’ ecclatanti sono sicuramente gli arpeggi orientaleggianti che si ascoltano in “Pale Red Blood”, canzone comunque molto tecnica con molti cambi di ritmiche e di tempo.
Il capolavoro di quest’album è senz’altro “Devourer Of The Dead”, canzone dal chorus che ti si inchioda fisso nella mente, un intro davvero esaltante e la voce di Dave Rotten piu’ growl che mai… davvero una killer song che pur non essendo molto veloce merita da sola l’acquisto dell’album.
In generale le tracce di questo album si mantengono su ritmi non eccessivamente veloci, basandosi spesso su riff molto incisivi e intermezzi semi-melodici, con brevi ma efficaci assoli. Tra i migliori episodi, oltre alla già citata “Devourer Of The Dead”, emergono la grande “Paddy Stew”, con un intro molto slayeriano e urla che ricordano molto il grande Lindberg (ex At the Gates), “Foetivorous Marriage” con l’intro batteria-chitarra che ricorda molto “Cenotaph” dei Bolt Thrower e che mostra un grande lavoro di Furni.
La melodia di cui accennavo all’inizio è molto presente in “Cadaver Decapitado” che pur mantenendosi sul genere death presenta una cantilena nella parte centrale molto particolare.
A concludere l’album ci pensa “Decrepit Sigh” la canzone piu’ lenta e melodica dell’album che presenta dei passaggi di tastiera pieni di tristezza che fanno da tappeto nei riff centrali… avrei forse preferito una canzone finale violentissima, ma tanto torno sempre a riascoltare la seconda canzone di questo album…
Sicuramente un ottimo colpo della nostrana Avantgarde Music che si assicura una delle migliori uscite discografiche degli ultimi tempi in campo estremo. Da segnalare anche un ottimo lavoro grafico anche se molti la troveranno di poco gusto.